sabato 28 settembre 2013

Nasce a San Basilio il gruppo “Amici della Rovra”


Nella giornata Europea del Patrimonio diamo notizia che Giovedì 26 settembre, a tre mesi dalla perdita del “monumento verde” del Delta e del Polesine, a San Basilio, si è riunito spontaneamente un gruppo di circa una ventina di cittadini provenienti dai comuni di Ariano e da altri comuni del Delta e del Polesine, persone appartenenti a mondi diversi (associazionismo, scuola, operatori turistici, naturalisti, tecnici forestali, artisti), uniti dall’amore  per la quercia di San Basilio, l’ultimo superstite di un’antica foresta primaria planiziale.
La discussione della serata è partita dal constatare che, passato il primo periodo di sconcerto delle settimane seguenti il crollo, in cui tanta gente si è portata al suo “capezzale” commossa per la perdita di un essere che si credeva immortale, ora è necessario agire con un atteggiamento di cura e di speranza per il futuro. Infatti, il silenzio calato improvvisamente sulla regina del Polesine, dopo un sovrapporsi chiassoso di intenti provenienti da più parti, desta molta preoccupazione, specie nel pensarla ancora là stesa a terra mentre si avvicina l’inverno con il suo potere demolitore. Si è così concretizzata l’idea di fondare un laboratorio nel quale possano convergere le idee sulle azioni da mettere in atto per custodirne la memoria, preservarne il tronco e per far crescere una sensibilità sul valore territoriale di cui essa stessa è stata per lungo tempo un simbolo. Un contenitore, quindi, dove i progetti si possono contaminare ed integrare eliminando le contrapposizioni scientifiche, culturali, artistiche e sociali.
Concretamente il gruppo ha elaborato una serie di proposte, che saranno a breve comunicate agli enti preposti, e che spera potranno essere integrate in futuri incontri da altre persone che vorranno aderire a questo libero movimento che ha a cuore la seconda parte della vita della “Rovra”.
“La Rovra”, così l’hanno chiamata da generazioni gli abitanti del Delta, è tra i pochi alberi polesani ad essere morti per cause naturali. Questa pianta, un “miracolo” vivente perché è sopravvissuto per così tanti secoli alla scure umana, non può essere dimenticata. E non dimenticare significherebbe, per esempio, conservare il suo germoplasma perché essa, più di ogni altro albero, è originaria del Delta; consentire alle università di studiarne il DNA;  permettere a qualche pollone, cioè un giovane ramo che parte dalla radice, di vegetare per cui si otterrebbero esemplari uguali alla pianta madre, con lo stesso patrimonio genetico. E per fare questo basterebbe evitare di sfalciare un tratto di unghia arginale. Infine sarebbe importante ricercare nel territorio le piante figlie derivate da sue ghiande che, cittadini che l’amavano, negli anni le hanno piantate nei propri giardini. Attualmente si è  a conoscenza di una decina di esemplari che hanno già 20-30 anni nei territori di Panarella, Taglio di Po ed Ariano nel Polesine. Infine, conservare sezioni del fusto in alcune sedi pubbliche simboliche per il Delta, ad iniziare dal Museo di San Basilio, potrebbe essere un altro modo per garantire la sua memoria, anche fisica. Una sezione di tronco, però, non avrebbe solo un’importanza emotiva e storica, ma potrebbe costituire un elemento di interesse scientifico straordinario perché l'analisi degli anelli annuali di crescita permette di fornire utili informazioni sull'andamento climatico degli ultimi cinque secoli e oltre.
La discussione ha lasciato poi spazio anche a considerazioni di carattere più culturali ed artistiche. Nell’immediato, infatti, si è pensato ad una festa celebrativa. Non è la morte che si festeggerà ma la vita se, per esempio, da quella festa si inizierà a creare un “vivaio diffuso” che, nel breve tempo concesso alla nostra generazione, permetta di difendere il diritto delle future generazioni di piangere anche loro una “Rovra” a cui avremmo permesso di diventare secolare. Nell’ambito di questa festa potrebbero trovare spazio mostre fotografiche che raccontino, sia la storia della quercia, sia il rapporto emotivo con le comunità locali. Questo evento potrebbe essere solo il primo di una serie che potrebbero riguardare concorsi di idee, letterari, progetti di artisti interessati ad una presa in carico di una parte del tronco per dargli nuova foma.
La quercia di San Basilio, la “Rovra”, è sempre stata molto generosa con la gente del Delta e con chiunque si sia fermato sotto le sue fronde. Non ha fatto distinzioni. A tutti ha permesso di trovare un ristoro, una risposta, di fare la rara esperienza della meraviglia davanti a qualcosa di grande e antico, in un territorio giovane, in continua evoluzione anche e soprattutto per motivi antropici.

Testo di Luana Milan - Porto Tolle

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