La biodiversità la
troviamo nel piatto: è nella varietà di cibi vegetali e animali che compone sia
la ricchissima cucina regionale italiana, sia le esotiche ricette con prodotti
resi disponibili ovunque dal commercio globale. Ma questa varietà alimentare
potrebbe subire un duro colpo proprio a causa delle modalità di produzione:
un’agricoltura e un allevamento industriali sempre più standardizzati e basati
sulla chimica di sintesi o su organismi geneticamente modificati, e una pesca
indiscriminata che porta le specie ittiche all’estinzione. Per ridurre questi
rischi l’Unione Europea, in linea con il Green Deal ha fatto bene a varare una
strategia per la difesa della biodiversità intimamente connessa con una strategia
agroalimentare “dalla fattoria alla forchetta”, o se preferite dal produttore
al consumatore, per un sistema alimentare sano e rispettoso dell’ambiente.
Biodiversità è l’insieme della vita sulla terra: ovvero l’uomo più circa 10
milioni di specie viventi stimate, perché non le conosciamo nemmeno tutte. La
biodiversità è fondamentale perché ci permette di vivere! Alcune specie
producono l’ossigeno dell’aria che respiriamo, altre il cibo che mangiamo e le
materie prime, altre ancora depurano i rifiuti. Ogni giorno incontriamo
biodiversità: da una gallina a un pomodoro. E poi c’è quella meno visibile,
nella vita batterica che alberga dentro il nostro intestino o nel suolo e
permette la nutrizione delle piante o ci off re nuovi farmaci. Per capire
quanto sia importante la biodiversità, pensate all’idea di abitare su Marte, un
pianeta privo di vita. La piccola colonia umana dovrebbe vivere praticamente
dentro una bolla di plastica dove bisognerà importare per forza un po’ di vita
dalla Terra: insalate? cavoli? Solo un orticello marziano permetterebbe di
produrre un minimo di cibo. E allora è chiaro: non possiamo sterminare la
biodiversità. Se accadesse subiremmo anche noi gravi conseguenze. Eppure stiamo
causando la sesta estinzione di massa. Tutte le attività che l’uomo ha
sviluppato, in particolare negli ultimi cento anni, hanno degradato gli
ambienti naturali. Migliaia di specie si sono già estinte sotto i colpi della
deforestazione, dei pesticidi, dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici:
in molti casi non ce ne accorgiamo perché si tratta di specie poco
appariscenti, ma continuando a scherzare con la natura, un po’ come una
roulette russa, a breve inizieranno ad estinguersi anche specie fondamentali
per la nostra sopravvivenza con effetti irreversibili. La strategia europea per
la biodiversità propone quindi entro il 2030 da un lato di ridare naturalità ad
ambienti compromessi, piantare miliardi di alberi ed estendere le aree protette
al 30 per cento della superficie europea di terra e di mare, dall’altro di
promuovere l’agricoltura biologica almeno sul 25 per cento dei terreni
agricoli, riducendo del 50 per cento l’uso di fitofarmaci, del 20 per cento
l’uso di fertilizzanti, del 50 per cento le vendite di antibiotici utilizzati
per gli animali d’allevamento e l’acquacoltura. E indica pure che tutto questo
sia più verifi cabile da parte dei cittadini attraverso una migliore
etichettatura dei prodotti. Speriamo non siano solo parole sulla carta.
Di Luca Mercalli
Tratto da: consumatori e responsabilità. Il mensile dei soci
COOP
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