Avrei voluto iniziare questo nuovo anno con altre notizie, già pronte e non pubblicate per pigrizia, mi ritrovo invece con un magone e gli occhi gonfi di lacrime a dedicare questo post a una persona speciale, venuta a mancare oggi 5 febbraio 2018. Parlo di Alberto Barini, amico, collega, come me e tanti altri appassionato di Delta dove lui è nato e vissuto in quel desolato e solitario paese del Delta che è Santa Giulia. Alberto era uno dei tanti "vongolari" della zona, aveva però una marcia in più ereditata da uno zio, Michele Barini che per passione o forza di cose, già dagli anni '70 accompagnava con la sua barca i vari e rarissimi turisti nelle zone del Bacucco e della Sacca di Scardovari spingendosi fino al faro di Gorino ferrarese. In tempi di pescaturismo Alberto è diventato un professionista, in un perfetto italiano esprimeva le sue sensazioni vissute in questa terra tanto da essere definito il poeta pescatore. Alberto era presente ad ogni corso di aggiornamento in cui si parlasse di flora, fauna e geomorfologia del Delta e in maniera straordinaria apprendeva e memorizzava il tutto per poi spiegarlo al turista sempre con quella marcia in più che era l'amore per la sua terra. Attivista WWF, ho fatto con lui decine e decine di uscite sia con turisti sia da soli quando per motivi di studio mi accompagnava negli angoli più remoti di quell'immenso canneto che è il Bacucco per monitorare l'avifauna, ma lui già ci faceva un giro il giorno prima per identificare gli uccelli e per non farmi tornare a casa senza risultati. Se il racconto successivo vi lascerà qualche dubbio, io nella barca di Alberto sono sempre salito a occhi chiusi, sicuro e certo delle sue capacità nel valutare le maree, le condizioni meteorologiche e quant'altro che ti puoi trovare davanti in un'uscita in barca in fiume, mare o laguna o dove lui decideva di andare. Umile, gentile, educato, una persona straordinaria che vorresti per sempre come amico, purtroppo in molti l'abbiamo perso.
Mi permetto di riportare quando scritto da un suo carissimo amico, Alessandro Milan ed aggiungermi ai suoi sentimenti. Vola alto Alberto.
Quanti ricordi oggi mi
assalgono, in una delle tante mattine di un gennaio di metà anni 80, due pirati
si erano avventurati nella laguna di Goro (bassina), non erano pescatori di professione, l'area
prescelta non era luogo di vivaio ad uso esclusivo di pescatori e all'epoca la
stessa non era stata assegnata a nessun ente cooperativo. I pirati come forma
di rispetto per i professionisti aspettarono in mezzo alla nebbia che gli
addetti ai lavori muniti dei primi rudimentali
attrezzi, finissero di pescare, per poi sostituirsi a loro nel pescare le
vongole a mani nude immerse nell'acqua gelida, tanto fredda che si tagliavano
le dita con le conchiglie meno nobili, ma il ghiaccio inibiva il dolore e non
si accorgevano del dolore causato dai tagli alle mani. I traguardo era
raccogliere un pescato di 100 mila lire a testa, inseguendo questo obiettivo si
erano dimenticati della bassa marea, della nebbia e del fatto che nel mese di
gennaio alle 16.30 faceva buio. Ben presto i pirati si trovarono con la barca
incagliata, al buio, al freddo e bagnati fradici, privi di orientamento a causa
della nebbia. Senza perdersi di animo si misero a ridere restando in attesa
dell'alta marea. La giornata si concluse a tarda notte quando tra 1000
peripezie riuscirono a raggiungere il punto di attracco e di partenza. Ma quel
giorno restò impresso nella loro mente per quanto avevano tirato la barca a
fondo piatto sulla melma, nel vano tentativo di uscire dalla secca dovuta alla
bassa marea. Al punto di attracco c'erano parenti e amici che urlavano a
squarciagola nel tentativo di contattarli. I pirati avvicinandosi al buio e
nascosti dalla nebbia cercavano di rispondere. Nella notte di quei luoghi
isolati le voci fanno eco e tra le tante voci si udiva il commento di uno dei
presenti che diceva: “Questi sono morti”. Ma i pirati fecero ritorno con il
loro pescato di 100 mila lire a testa, forse se esistevano i telefoni cellulari
oppure i navigatori GPS sarebbe stato tutto più semplice... ma poi che storia
sarebbe stata? SEMBRA UNA FAVOLA, forse è una fiaba. Capitano Alberto ancora
oggi nelle occasioni in cui tornavo a casa e mi chiedevi di accompagnarti durante
le escursioni con i turisti, i quali esclusivamente volevano uscire in barca
con te a visitare il nostro Delta, restavo incantato dalla tua conoscenza della
morfologia del territorio, per la narrazione dei riferimenti storici, la
padronanza della nostra flora e fauna, mi incantavo ad ascoltarti immerso nella
tua passione. Chissà se oggi proprio come tanti anni fa quando ci trovavamo
davanti al bar di Enrico a Gorino Veneto a fare le chiacchiere fino a tarda
notte, hai incontrato Raffaele e Mano… salutali ... prima poi ci ritroveremo tutti
insieme... ciao amico mio... quel giorno però me lo devi spiegare.
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