L’ambiente sia una priorità per
chi governa
Sarebbe ora che i problemi
ambientali diventassero il primo obiettivo dei programmi elettorali.
In Italia
c’è ancora la tendenza a pensare che il degrado ambientale sia un fastidioso
effetto collaterale dello sviluppo economico, e che la priorità sia la crescita
dei consumi, raggiunta anche a costo di danni al paesaggio e alla natura.
Ai
nostri candidati continua a sfuggire il fatto che la vita di noi esseri umani,
di cittadini italiani e abitanti del pianeta Terra, dipende prima che dal Pil,
dalla disponibilità di terreno fertile per produrre cibo, da aria e acqua
pulite, dalla stabilità del clima, dalla rinnovabilità delle risorse naturali,
dalla possibilità di riciclare i nostri rifiuti senza compromettere la nostra
salute e quella delle altre specie viventi.
Dipende più da grandezze fisiche ed
equilibri ecologici, purtroppo ignorati e dati per scontati, che da astratte
costruzioni finanziarie, prive di concretezza e dall’interfaccia ineludibile
con la natura.
Una politica superficiale, che
vive alla giornata e fa i conti senza l’oste.
Sono pochi i paesi dove
l’ambiente è in cima alla lista delle priorità politiche: tradizionalmente la
Scandinavia, in parte la Germania, molto la Svizzera, dove i cittadini sono
chiamati a votare su referendum concreti come quello del 21 maggio 2017 sulla
strategia energetica nazionale, e più di recente la Francia, che sotto il
governo Macron ha affidato il Ministero della transizione ecologica e solidale
a Nicolas Hulot, giornalista televisivo grande esperto di
ambiente.
Nel panorama italiano l’ambiente
sembra invece scomparso dai radar politici:
non esiste più un solido partito
verde, e per le altre forze l’ecologia si limita a un corollario ornamentale in
secondo piano rispetto ai temi abusati dell’economia e del lavoro.
Non si hanno
il coraggio e la competenza di riprogettare completamente la sostenibilità
ambientale del Paese, che è fragilissimo anche sul piano delle risorse naturali
ed energetiche:
l’impronta ecologica dei 61 milioni di italiani è circa 4
ettari globali a fronte di una disponibilità reale di uno: viviamo cioè molto
al di sopra delle nostre possibilità contraendo un insanabile debito ecologico.
Una politica accorta dovrebbe concentrarsi sulla riduzione della nostra
dipendenza energetica, abbattendo gli sprechi con massiccia riqualificazione
del nostro patrimonio edilizio e ricorso alle energie rinnovabili, un settore
che fornirebbe tra l’altro moltissimi posti di lavoro durevoli e qualificati.
Dovrebbe abbandonare progetti costosi e inutili come certe grandi opere
cementizie, e approvare immediatamente la legge contro il consumo di suolo
agrario, promuovendo una maggior autosufficienza alimentare.
Dovrebbe spiegare
alla gente che se vogliamo evitare una grave crisi climatica e ambientale,
dobbiamo rinunciare a qualcosa di superfluo oggi, salvaguardando invece il
necessario, come la sanità pubblica.
Vicino a noi abbiamo un esempio che non è
stato considerato come lezione di prevenzione: il collasso economico della
Grecia, paese ecologicamente ed economicamente fragile come l’Italia.
Chiediamo
a chi si propone di governarci più attenzione alla sostenibilità ambientale.
Di: Luca Mercalli
Meteorologo, divulgatore
scientifico e climatologo italiano impegnato da anni nelle battaglie a difesa
dell’ambiente. Autore di libri e saggi, ha partecipato e condotto numerose
trasmissioni televisive ed è presidente della Società Meteorologica Italiana
(SMI)
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