giovedì 28 settembre 2017

Forum mondiale giovani MaB 18 - 22 settembre 2017 nel Delta del Po

Magazine - Mercoledì 27 settembre 2017

MAB Unesco: sul Delta del Po un Forum con 300 giovani di 90 paesi. Per salvare il pianeta


«È la prima volta che viaggio fuori dall'Africa, ho 34 anni, una moglie e tre figli. Sto vivendo un'esperienza straordinaria», mi racconta Kondwani, che vive e lavora in Malawi per il Parco Naturale di Mount Mulanje (3002 metri). 300 giovani provenienti da 90 paesi del mondo, in rappresentanza delle 669 Riserve della Biosfera Unesco (MAB), si sono incontrati la settimana scorsa al Youth Forum sul Parco del Delta del Po, per conoscersi, confrontarsi, divertirsi. Intento comune: salvare il pianeta. È la prima esperienza del genere al mondo.
La realtà dove vive Kondwani non è una delle più facili. Intorno al Parco Nazionale di Mount Mulanje vivono 400mila persone, una comunità molto povera, e 500 specie di animali e piante unici al mondo. Contro ogni legge, gli abitanti tagliano i preziosi cedar, alberi protetti, per produrre il carbone per il riscaldamento: «Devono capire che il turismo è una risorsa sana e non inquinante per produrre reddito. Questo è il compito che mi sono dato», spiega, «E la gente lo sta capendo. Abbiamo coinvolto 150 persone, per piantare, ricevendo un compenso, nuovi cedri. Ogni anno riusciamo a piantarne 500 mila esemplari. La squadra più efficiente è quella formata da 14 donne e un uomo».
La sera lo incontro di nuovo, vestito di un giallo sgargiante (vedi fotogallery). Mi mostra fiero la sua macchina fotografica, ci ha messo due anni per comprarla. Ama riprendere gli animali, i fiori e gli insetti. E si confida: «Il mio Paese sta cambiando, si sta modernizzando. Le donne sono più libere di un tempo. Permetterò alle mie figlie di indossare la minigonna, se lo vorranno».
Dopo giornate intense di workshop, discussioni, incontri, la sera tutti a ballare, ecco che una ragazza musulmana, che confabula con alcune amiche, si toglie il velo, ha i capelli lunghissimi, e si getta nella pista da ballo, al sapore di suoni rock. Deve essere la prima volta che fa questo gesto, si continua a toccare la testa, come se fosse nuda, ma poi dopo un po' non ci pensa più.
Qui sul Delta fa freddo, l'estate sta sbiadendo, le spiagge sono deserte. Ma i ragazzi durante la festa serale non esitano e buttarsi in piscina, li raggiunge presto Philippe Pypaert, belga, dell'Ufficio Unesco di Venezia, il principale organizzatore di quest'evento: «È così bello vivere quest'esperienza, trascorrere una settimana insieme a giovani di tutto il mondo, per discutere di sostenibilità ambientale, e vedere quanto vogliano essere protagonisti del cambiamento», mi dice prima di tuffarsi. Lo acclamano appena entra in acqua.
Il Parco Delta del Po ha delle atmosfere struggentine ho già parlato. Un ecosistema unico, con immense distese d'acqua, zone lagunari, poi le valli da pesca. Spiagge lunghe e sabbiose. Uccelli di 374 specie diverse, che volano a pelo d'acqua e poi si innalzano verso il cielo, per chissà quale meta. Domina il silenzio.
I nomi da soli evocano mondi lontani: Isola della Dondella, Isola d'Ariano, Ca' Vendramin, Ca' Dolfin, Ca' Mello, Bacucco, Po di Goro, Po di Gnocca, Po della Pila, Po di Maistra, Porto Tolle, Scanarello, Albarella, Caleri, Boccasette. 
Ho attraversato questa terra che tocca il cielo in un colore indistinto inforcando la bici, a piedi, in barca. Ne ho assaporato i cibi, le vongole sabbiose, le cozze ruspanti, i gamberetti di laguna, le crespelle al radicchio e taleggio. Mi sono persa da sola nelle immense sale del castello estense di Mesola, mentre fuori tuonava il concerto per i ragazzi del Forum.
Qui vivono 80 mila persone, svolgono attività tradizionali, come la pesca e l'agricoltura, e in molti stanno puntando anche sul turismo naturalistico. «Mi sono trasferita da Rio de Janeiro a Ferrara – spiega Raquel, 32 anni, una partecipante al Forum – i miei genitori sono originari di Comacchio». In Brasile lavorava nel settore petrolifero e guadagnava un bel gruzzolo di soldi. Ma quel lavoro non le andava giù e ora vorrebbe contribuire allo sviluppo sostenibile del Delta. Silvia, 29 anni, abita ad Adria, ha fatto il suo tirocinio per il Parco, e adesso si occupa di progetti europei: «Manca un'offerta turistica integrata». E poi racconta quanto è bello vivere qui in Polesine, sul Delta. Non se ne andrebbe via per nulla al mondo, altro che andare all'estero. Il paesaggio trasmette serenità e pace in un pianeta che corre sempre più veloce. Mario è il più giovane, ha 18 anni, studia ancora ed è affascinato dalle tradizioni locali: «Il Delta del Po ha bisogno di tornare a conoscere se stesso. Le persone qui sono come sospese in un limbo. Vivono la modernità ma non la capiscono, capiscono il passato ma non lo vivono».
Donald Trump e Pyongyang stanno giocando sul nostro futuro in questi giorni, ma qui a Rosolina mare, dove tutti alloggiamo, se ne sente solo una lontana eco. È la forza di una prospettiva diversa che rende forti e consapevoli questi ragazzi. A pranzo, a cena, nei momenti in cui ci si incontra tutti per discutere, il livello di ottimismo è molto altoTanti gli africani, gli asiatici, gli americani e gli europei. Una lunga tavolata giovedì ci unisce tutti per cena dentro il villaggio turistico di Rosapineta Sud. Mi metto a chiacchierare con una ragazza delle Galapagos(fotogallery) che sta fumando un gigantesco sigaro cubano. Lo passa al suo vicino ecuadoriano che prova a fumare anche lui. E inizia a tossire, è la sua prima volta. Il loro desiderio è contare di più, essere ascoltati dalle istituzioni e dai governi, mi dicono. Ed è proprio questo che scrivono nel documento conclusivo, che leggono a tutto il pubblico nel teatro di Adria, prima di sciamare via con i loro aerei in tutte le direzioni.
Ora Rosolina al mare è vuota, ma non sento desolazione. Partiamo anche noi. Dai, ce la faremo, nonostante ci sia chi sta premendo bottoni e lanciando missili, incuranti di questo mondo nascosto che ce la mette tutta per gettare le basi per un pianeta diverso.
                                             IO C'ERO