domenica 28 dicembre 2008

Vai Peggy sei la migliore.


Tzzze, bazzecole, nel New South Wales in Australia c’è Star, un piccolo cane terrier, che ha una particolarità: ama praticare lo «kneeboarding» (un tipo di sci d'acqua in cui si sta in ginocchio) e cavalcare le onde, ben ancorato alla tavola con le sue quattro zampe. Se tutto ciò esce come notizia nel Corriere della sera io nel mio blog posso tranquillamente parlare di Peggy la cagnetta Etrusca che come il suo padrone, ama la moto e la regolarità e per giunta va in giro senza casco. Guai a lasciarla a piedi !!!

Uscita in derapata...



... e via a tutta velocità in rettilineo



... sempre pronta e attenta alle pieghe, a ogni curva la sua.

sabato 27 dicembre 2008

Yes, web can.

Sito denuclearizzato

Possiamo riempire la rete di siti denuclearizzati, spiegano nel loro sito glia utori di queste iniziativa, per manifestare contro l'ipotesi di tornare all'energia atomica in Italia. Si tratta di una campagna informale, un'onda trasversale, che punta a far fiorire migliaia di home page no-nuke. Un'operazione semplice – si tratta solo di scaricare i banner (clicca sul banner) e di inserirli sul proprio sito – che sarà tanto più efficace, quanto più sarà diffusa. Dire no al nucleare è anche un modo per dire sì alle fonti energetiche rinnovabili, all'energia pulita. E' utile sapere che il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare, con l'obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell'energia elettrica dall'atomo. Se l'Italia decidesse di puntare sul nucleare, causa le ingentissime risorse necessarie per sostenere questa avventura, abbandonerebbe qualsiasi investimento per lo sviluppo delle rinnovabili e per il miglioramento dell'efficienza, che sono invece le soluzioni più immediate ed efficaci per recuperare i ritardi rispetto agli accordi internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici, e rinuncerebbe alla costruzione di quel sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale, che ad esempio in Germania occupa ormai 250.000 lavoratori. Anche denuclearizzare il web è importante, per cercare di far passare il messaggio della dannosità del nucleare e della sua inutilità per il raggiungimento degli obiettivi di contenimento delle emissioni di gas serra

martedì 23 dicembre 2008

Ritiro Spirituale nel Delta del Po

Si è svolto il 20 e 21 dicembre ’08 nel Delta del Po il IV° Ritiro Spirituale dei “Guerrieri del Salame”.

Mi el Fasolo, el Bel, Sandricchio e Tekila, ci siamo riuniti sabato e domenica 20 e 21 dicembre in uno splendido cascinale sito in una segreta località del Delta del Po, per l’annuale Ritiro Spirituale dedicato al bosgato più noto come maiale. E’ questo un richiamo primordiale e irresistibile, propiziatorio alle imminenti feste, dopo ci si sente meglio e ci si vuole più bene. Impagabile il benessere spirituale che se ne ricava , anche il palato ha la sua giusta soddisfazione.
Omettendo la parte più cruda della scarnificazione della bestia sacrificata, nei suoi 186 kg, riporto alcuni momenti del ritiro.
In questa prima sequenza, una fase del ritiro, l'insaccatura.Dopo aver macinato la carne e conciata con solo sale, pepe, vino e un po’ d’aglio, segue il delicato momento dell’insaccatura. Responsabile dell’operazione è il confratello Fasolo coadiuvato dal confratello Bel e Sandricchio. Io sono il confratello responsabile della legatura, in questo primo anno di partecipazione al ritiro in novizio confratello Tekila ha avuto un ruolo di assistenza generale, ugualmente responsabile, tra cui l’approvvigionamento dei generi di conforto indispensabili nei giorni di ritiro.



Nuovi amici



Un grazie a Franco eccellente tuttofare che ha risolto un guasto tecnico alla macchina tritacarne, un grazie in particolare a Meri per la sua cucina, per la simpatia e per la compagnia che non ci ha fatto mancare e anche per i caffè con la cremina. Franco e Meri per meriti sul campo sono immediatamente entrati a far parte della Confraternita dei Guerrieri del Salame.


Il convivio dei Guerrieri.



Nella giornata di domenica nella meritata pausa pranzo con i confratelli abbiamo degustato le tipiche specialità deltizie dedicate all’evento.Un sobrio menù composto da risottino con pisto, fegato alla veneziana con polenta , polpette di pisto alla brace con pioppini, esse adriese con vino rosso casalingo.
In foto a destra el Bel con la tipica “travesina” da Guerriero.

L'appagamento dello spirito



E in fine l’ultima fase del Ritiro, l’appagamento dello spirito, momento in cui dopo il faticoso impegno i confratelli appendono il loro prodotto e lo contemplano.

Un primo piano dei frutti del Ritiro.

venerdì 19 dicembre 2008

Bone feste e bonin bonano salute e guadagno



Dirò di più, questa sera ho visto una stella cadente.

lunedì 15 dicembre 2008

Red - necked Grebe in the Caleri lagoon of Delta Po


Uno Svasso collorosso nella Laguna di Caleri nel Delta del Po.

Il 12 dicembre la torre di controllo dell’aeroporto Delta del Po nella voce di Menotti Passarella segnala nella lista di discussione di BW Italia la presenza di SEI Strolaghe mezzane (Gavia artica) nella Sacca di Scardovari che stabiliscono così un nuovo record numerico stagionale per l’area.
Nella mattinata di oggi 15 dicembre, nella suggestiva e irreale banchina completamente allagata, di Porto Caleri, nell’omonima laguna, con una pioggia che dio la mandava, ho potuto osservare a distanza ravvicinata (io in auto in 20 cm d’acqua, lui come se niente fosse a un metro dalla banchina) uno Svasso collorosso. In passato ho avuto altre occasioni di osservare con l’uso del cannocchiale questa specie nel Delta del Po, ma mai così vicina e a occhio nudo come oggi, che dire? una rinnovata emozione nel carniere della mia memoria.

Per la cronaca “gli svassi formano uno straordinario gruppo sistematico, quello dei Pocipediformi, che ha origini arcaiche. È curioso e interessante notare come questi uccelli “nati” per vivere unicamente nell’elemento liquido, siano rimasti uguali ai loro antenati fossili pur passando attraverso milioni di anni di sviluppi evolutivi. Le specie di svassi appartenenti a questo gruppo sistematico a diffusione cosmopolita sono venti, mentre quelle che frequentano il territorio italiano sono cinque. Il piccolo e chiassoso tuffetto (Tachybabtus ruficollis) che nidifica in diverse zone umide del Paese tra cui il Delta del Po. Lo svasso collorosso (Podiceps grisegena) che nidifica in Europa principalmente nella zona centro orientale, e lo svasso cornuto (Podiceps auritus) che sono visibili in Italia solo d'inverno e in un numero limitato. Segue poi lo svasso piccolo (Podiceps nigricollis) che è un migratore regolare, svernante ma nidificante irregolare (poche coppie nidificanti nel Delta del Po), e infine, lo svasso maggiore (Podiceps cristatus) che è sedentario, nidificante, (nel Delta del Po nidificante regolare) oltre che migratore regolare e svernante, lo Svasso maggiore il più grande dei nostri svassi”.

Lo status della specie è parzialmente tratto da
Uccelli in Natura
n. 9 - 2008 articolo di Nunzio Grattini "Svasso maggiore: l'elegante signore di stagni e palude" – la foto è tratta dal web.

sabato 6 dicembre 2008

Che mmmale ca semo messi...


Se un altro paletto viene messo da parte della commissione nazionale di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA) davanti alla riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Polesine Camerini (Porto Tolle – RO – Delta del Po), in Europa, l’Italia sta facendo una pessima figura, di seguito un articolo tratto dal Corriere della Sera.it, perché tutti sappiano, leggete e diffondete, dato che questa notizia non è stata data da nessuna radio o televisione.

Il nostro paese vince perché continua ad usare i combustibili fossili
Italia finalmente prima al mondo

Ma per la «vergogna ambientale»
Il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo accusato di sabotare il pacchetto su clima e energia nella Ue
POZNAN (POLONIA) - L'Italia ha vinto il peggior premio che potesse ricevere alla Conferenza mondiale sul clima in corso a Poznan: il «Fossile del giorno», un'onoreficienza sicuramente un po' goliardica, ma che di fatto rappresenta un attestato di vergogna ambientale. Il «Fossile» ce lo hanno assegnato venerdì sera, e ovviamente non c'era nessuno a ritirarlo, nel corso di una cerimonia seguita da centinaia di delegati e giornalisti di tutto il mondo, punteggiata da cori di disapprovazione. Si tratta di uno stendardo raffigurante un dinosauro che sputa fuoco, simbolo dei Paesi che non sono capaci di affrancarsi dall'uso massiccio dei combustibili fossili.
LA STORIA - Il premio viene spesso accompagnato da un blocchetto di carbone da recapitare al vincitore. Istituto per la prima volta nel 1999, durante la conferenza mondiale sul clima di Bonn, il «Fossile del giorno» viene assegnato quotidianamente a uno o più Paesi che, secondo la giuria, si sono distinti per le loro azioni di disturbo, o addirittura di sabotaggio, al processo negoziale sul clima. Venerdì sera, oltre all'Italia, sono stati premiati anche, al secondo posto ex aequo, Giappone, Australia e Canada, e al terzo posto la Russia. La giuria è composta da diversi rappresentanti del Climate Action Network (CAN), la rete internazionale di oltre quattrocento associazioni non governative che partecipano ai lavori della conferenza.
PRESTIGIACOMO - Ma che cosa ha fatto il nostro Paese per meritarsi il «Fossile del giorno»? «La sua delegazione, in questi primi giorni della conferenza, sembra silenziosa e addirittura inesistente -scrivono nella motivazione i rappresentanti del CAN-. Ma di fatto si sta dando da fare sia a Bruxelles sia a Roma per distruggere il buon esito del processo negoziale di Poznan». Il ministro dell'ambiente italiano Stefania Prestigiamo, in particolare, è accusata dai rappresentanti del CAN di sabotare il pacchetto su clima e energia in discussione alla UE, affermando che gli obiettivi del 20% entro il 2020 (riduzione delle emissioni, aumento dell' efficienza e delle rinnovabili) sarebbero irrealistici e costosi.
GLI UNICI IN EUROPA - «L'Italia è convinta di riuscire a minare alle basi la conferenza di Poznan con i suoi complotti -si legge nella sferzante conclusione delle motivazioni-, tanto che i suoi ministri affermano che prima della prossima conferenza di Copenhagen tutti gli obiettivi dovranno essere ridefiniti. L'Italia è molto intelligente, ma il CAN ha occhi dappertutto. E così, Fossili per voi! ». Nessun commento dalla delegazione italiana che, per altro, in questi primi giorni della conferenza, è rappresentata solo a livello tecnico: il ministro dell'Ambiente con i suoi funzionari arriveranno la metà della prossima settimana. «Il Fossile del giorno è un segnale -commenta la responsabile delle Campagne Internazionali del Wwf Maria Grazia Midulla-. L'Italia con le sue posizioni, è rimasta sola in Europa. Finanche il ministro dell'Ambiente polacco ha dichiarato che il suo Paese perseguirà il taglio del 30% delle emissioni. Ci auguriamo che nel seguito delle trattaive internazionali faremo una figura migliore, anche in vista del ruolo di presidenti del G8».

sabato 22 novembre 2008

Troppa luce abbaglia!


La banda del neon, si definiscono ecoguerriglieri, ma fin che si limitano innocentemente a spegnere la luce sono un bel esempio, hanno anche un loro blog, pare che si divertano parecchio.
Vale la pena perdere cinque minuti per leggere qualcosa del Clan du nèon, a luce spenta me raccomando.

LE AZIONI DEL "CLAN DU NEON"
Francia, gli "ecoguerriglieri" che spengono la Ville Lumière (e non solo)
Si avvicinano furtivamente alle insegne luminose dei locali e spengono l'interruttore esterno che li controlla
PARIGI - Le loro prime azioni di "eco-guerriglia" le hanno portate a termine a Parigi trasformando la storica "Ville Lumière" in una città un po' più buia, ma meno inquinata. Si fa chiamare "Clan du Néon" (La banda del neon), è un movimento di giovani ambientalisti francesi che combatte il riscaldamento climatico e lo spreco di energia elettrica spegnendo a notte inoltrata le insegne dei locali notturni delle principali citta' transalpine. Per non farsi riconoscere a volte mascherano i loro volti con una grossa parrucca bionda e con sgrargianti occhiali da sole e di solito una tuta viola è la loro divisa da combattimento: come mostrano alcuni video presenti sul loro blog questi giovani ecologisti usano sempre la stessa tattica: si avvicinano velocemente alle insegne luminose dei locali e con veloci movimenti spengono l'interruttore esterno che li controlla. In un attimo ogni illuminazione scompare e il buio regna sovrano.


MOVIMENTO
- Questo movimento ecologista è nato a Parigi, ma ormai gruppi affiliati sono presenti in Normandia, a Bordeaux, in Provenza, nel dipartimento della Dordogna e in tantissime altre città francesi. Il web è pieno di video in cui membri del gruppo pubblicizzano le "ronde notturne" del Clan e affermano che non vi è nulla di più bello che passare una nottata a spegnere le illuminazioni cittadine. Il Times di Londra ha seguito una di queste serata dedicate all'ecoterrorismo pacifico: i membri di "Clan du Neon" si sono ritrovati in Place de la République a Parigi e la prima vittima della loro azione e' stata una filiale della nota agenzia di viaggi transalpina Nouvelles Frontières. Michael un intraprendente attivista si arrampica sull'impalcatura dove e' presente l'interrutore esterno e in un batter d'occhio spegne l'insegna luminosa dell'agenzia. Insieme ai suoi amici-colleghi prima di tornarsene a casa portera' a termine la stessa operazione in diversi locali, spegnendo tra l'altro le insegne di due famose banche francesi e i 26 neon del "Salon Régence", ristorante alla moda che organizza ricevimenti nuziali

STATUTO UFFICIALE - L'organizzazione si è dotata anche di uno statuto ufficiale nel quale c'è scritto che «i neon usati dai locali notturni sprecano una quantità estrema di energia». Questo documento ufficiale non è il solito testo redatto con linguaggio burocratico. Anzi. In un singolare passaggio afferma che le azioni dei giovani attivisti sono più che giustificate perché «queste illuminazioni generano un doppio danno sia perché producono elettricità che inquina l'ambiente sia perché la loro luce accecante impedisce alle persone di vedere le stelle». Tuttavia i membri del Clan sanno che non sempre le illuminazioni notturne sono una male. «In alcuni casi, noi sappiamo bene quanto siano necessarie le illuminazioni - recita lo statuto -. Noi lottiamo prima di tutto contro il loro utilizzo abusivo, al servizio della pubblicità. Le nostre azioni non sono mai portate avanti contro locali, caffe' o farmacie ancora aperte...Ma tutte le luci che sprecano energia sono una danno anche per quelle utili. Troppa luce abbaglia!».

CIFRE
- A chi storce il naso davanti alle loro azioni dimostrative e li accusa di infantilismo i giovani attivisti mostrano cifre che parlano da sole: ogni notte in Europa le migliaia di insegne luminose dei negozi consumano inutilmente circa 10 Gigawattore (GWH) di elettricità. In Francia dove l'80 per cento dell'energia e' prodotta grazie alle centrali nucleare, questo sprego di energia produce anche inquinamento radiottivo. «Se tutte le luci accese nella notte fossero spente, l'impatto sul riscaldamento climatico sarebbe davvero significatico» afferma al Times di Londra Nicolas, ventottenne membro dell'organizzazione. «Ci dovrebbe essere una legge che imponesse a tutti lo spegnimento delle illuminazioni notturne, ma purtroppo non e' stata ancora fatta. Percio' ce ne dobbiamo occupare noi a modo nostro»
(Fonte: Corriere della sera)

venerdì 21 novembre 2008

Altri successi Etruschi

Due, delle dieci medaglie portate a casa dai campionati mondiali di kick boxing svoltosi di recente a Orlando in Florida, sono state conquistate da due Etruschi: Luca Bellini e Niccolò Giribuola. Bravi loro e gli altri cinque, un'oro a Chiara Brazzorotto cat. – 60 senior specialità light contact e quattro bronzi ( più tre bronzi conquistati in squadra).
Luca si porta a casa la medaglia d'oro cat. –50 junior specialità point, Niccolò l'argento cat. –60 junior specialità light contact, i due atleti dell'Areasport Rovigo club sono guidati da un altro Etrusco, il Maestro Alessandro Milan. Amico di vecchia data Alessandro non è solo Maestro di kick boxing è anche un Maestro di vita, anche lui a suo tempo raggiunse i livelli più alti nelle classifiche mondiali. Da anni Alessandro come tecnico sportivo offre la sua esperienza e la sua professionalità ai giovani atleti che si avvicinano a questa disciplina ottenendo sempre buoni successi.
Complimenti a tutti voi.
In foto a sinistra "Giri" Niccolò , a destra Alessandro Milan, in mezzo con loro i contendenti brasiliani.

sabato 15 novembre 2008

Bravi ragazzi e belle foto.


Notevole il successo riscosso a Milano dall’etrusco Pablo Chiereghin, oltre a dire che sembra intelligente dicono di lui: “Questa e' la sua prima personale in Italia e noi di MiCamera siamo orgogliosi di ospitarlo - non capita mica spesso di trovare un talento simile. Il suo approccio all'arte, quantomeno curioso, svela dinamiche concettuali che vanno oltre la fotografia. Con Denaro d'artista Pablo paghera' i visitatori per il tempo speso alla mostra mettendo in discussione l'approccio all'arte e le sue dinamiche economiche.”
The Time Wasting Projects è un contenitore di quattro microprogetti (trittici) che indagano la definizione sociale di tempo. Si tratta di azioni fotografiche, un tentativo di legare il tempo a concetti come la religione, i comportamenti sociali, la morte e la nostra dipendenza da oggetti. (Tatto da Italia Eventi del 14/10/08).

Assieme a Pablo un altro Poleasano si fa onore in Italia ed è Gastone Pivatelli di Bergantino che con la sua “Danza del re” (segue foto) si è classificato secondo nella categoria uccelli al Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica il più importante premio foto-naturalistico italiano.



Il Campione Italiano di Fotografia Naturalistica 2008 è Alessandro Salvini di San Pietro Belvedere (PI) con l’opera “Duello Aereo”



"Fenicotteri minori all'alba" è il titolo di un altro secondo classificato nel tema Luce e Natura di Federico Veronesi di Segrate (MI), di entrambi posto le foto che meritano, altre foto qui.



Devo dire che i soggetti in foto Gruccioni, Martin pescatore e Fenicotteri rosa sono soggetti molto belli per cui già da soli riempiono l’obiettivo, bravissimi i fotografi a cogliere momenti e situazioni eccezzionali raggiungendo lo scopo del campionato, raccontare la natura nella sua bellezza e straordinarietà.

martedì 4 novembre 2008

3° Corso BW a Comacchio


Terzo corso di approfondimento della conoscenza dell’avifauna selvatica
del Parco del Delta del Po.
Comacchio Novembre 2008

Tre lezioni e tre uscite, una lezione in meno in aula, compensata da un'uscita in più per migliorare le esperienze, conoscersi e confrontarsi, oltre alla serenità che si respira nell'aria in queste nostre uscite. Quest'anno, forti degli entusiasmi dei precedenti due corsi, e in base alle richieste di approfondimento di alcuni temi, abbiamo scelto tre signor ornitologi - naturalisti, Mastrorilli, Ravasini e Tinarelli.
Accuratamente scelte anche che uscite che speriamo forti di emozioni, specie e foto, speriamo bene anche nella scelta dell'immancabile pausa "con i piè sotto la tola".

Il corso è gratuito, max 40 parteciapnti.
INFO: Manifattura dei Marinati 053381742
email manifatturadeimarinati@parcodeltapo.it

Programma

Prima lezione
Domenica 16 Novembre
Apertura del corso con un’intera giornata dedicata allo studio degli strigiformi
Manifattura dei Marinati
Orario e programma: dalle 10.00 alle 12.30 lezione
Dalle 14.30 alle 17.30 uscita alla scoperta dei gufi di Ostellato.
.Relatore: Marco Mastrorilli, naturalista ornitologo e studioso di rapaci notturni.

Seconda lezione
Sabato 22 Novembre
Manifattura dei Marinati
Orario dalle 15,00 alle 17,30
“Tecniche di riconoscimento dei rapaci diurni con l’ausilio di video”.
Relatore: Maurizio Ravasini, naturalista, ornitologo.


Uscita
Domenica 23 Novembre
“Sui luoghi dell’Aquila Anatraia”
.Visita alle oasi di Campotto e Vallesanta – Argenta – Ferrara.
Accompagnati dalle Guide Escursionistiche Ambientali del Parco.


Terza lezione
Sabato 29 Novembre
Manifattura dei Marinati
Orario dalle 15,00 alle 17,30
“L’avifauna del mezzano”,
Relatore Roberto Tinarelli, naturalista, ornitologo, presidente Associazione Ornitologi Emilia Romagna.

Uscita
Domenica 30 Novembre
“Alla scoperta del Mezzano”
Visita alle zone della bonifica del Mezzano.
Accompagnati dalle Guide Escursionistiche Ambientali del Parco.

lunedì 3 novembre 2008

Delta d’Autore


L'Associazione Culturale Magnacharta presenta:
"Luoghi e volti del Delta nel cinema dal neorealismo ad oggi".
A cura di Ferdinando De Laurentis
Ore 21, Sala della Musica, via U.Giordano, 3 Porto Tolle – Ro -
Info 0426 380874
lun – ven 9-12; 16-19
Email: gruppomagnacharta@libero.it

Programma:

6 novembre 2008
Documentari sul Delta
Filmati realizzati da Florestano Vancini
“Porto Tolle 5 marzo 1967. Quattro mesi dopo l’alluvione”
Di Gianni Minello




20 novembre 2008
“La donna del fiume”
di Mario Soldati

4 dicembre 2008
“Scanno Boa”
di Renato Dall’Ara

11 dicembre 2008
“Notte italiana”
di Carlo Mazzacurati

15 gennaio 2009
“Paisà”
di Roberto Rosellini

29 gennaio 2009
“Il grido”
di Michelangelo Antonioni
“Gente del Po”
di Michelangelo Antonioni

giovedì 16 ottobre 2008

Regressione mondiale ... così dicono ....

E’ lungo, è il pensiero di Ivan Illich, dal suo libro “Per una storia dei bisogni”, cinque saggi riassunti brevemente nell’introduzione che riporto. Il libro è stato pubblicato nel 1977, trent’anni fa! Già allora questo signore sosteneva che il modello industriale è cioè quello attuale, non poteva essere alla base economica, sanitaria e ambientale delle società. Era comunque il suo pensiero “ma a mi a me sà che el gavea rason !” (dall’etrusco: “Ma a me mi sa che aveva ragione! ) e le attuali crisi economiche e sociali lo dimostrano.
Non è obbligatorio leggerlo, commentarlo ecc. questo è pur sempre il mio diario elettronico.

... "I cinque saggi qui raccolti rispecchiano un decennio di riflessioni sul modo di produzione industriale. Durante questo periodo mi sono soprattutto occupato dei processi attraverso i quali una crescente dipendenza da beni e servizi prodotti in serie elimina a poco a poco le condizioni necessarie per una vita conviviale. Ciascun saggio, nell’esaminare un settore diverso della crescita economica , dimostra una regola generale: i valori d’uso vengono ineluttabilmente distrutti quando il modo di produzione industriale raggiunge quel predomino che io ho chiamato “monopolio radicale”. Nell’assieme i saggi descrivono in che modo la crescita industriale produce la versione moderna della povertà.
Questo tipo di povertà fa la sua apparizione quando l’intensità della dipendenza dal mercato arriva a una certa soglia. Sul piano soggettivo, essa è quello stato di opulenza frustante che s’ingenera nelle persone menomate da una schiacciante soggezione alle ricchezze della produttività industriale. Essa non fa altro che privare le sue vittime della libertà e del potere di agire autonomamente, di vivere in maniera creativa; la riduce a sopravvivere grazie al fatto di essere inserite in relazioni di mercato.
Questo nuovo tipo di impotenza, proprio perché vissuta a livello così profondo, difficilmente riesce a trovare espressione. Siamo testimoni di una trasformazione appena percettibile del linguaggio corrente, per cui i verbi che una volta indicavano azioni intese a procurare una soddisfazione vengono sostituiti da sostantivi che indicano prodotti di serie destinati a un mero consumo passivo: “imparare” per esempio, diventa “ acquisto di un titolo di studio”. Traspare da questo un profondo cambiamento dell’immagine che gli individui e la società si fanno di se stessi. E non è il solito profano che fa fatica a descrivere con precisione ciò che avverte. L’economista di professione non sa riconoscere quella povertà che i suoi strumenti convenzionali non sono in grado di rilevare. Il nuovo fattore di mutazione dell’impoverimento continua tuttavia a diffondersi. L’incapacità peculiarmente moderna, di usare in modo autonomo le doti personali, la vita comunitaria e le risorse ambientali infetta ogni aspetto della vita in cui una merce escogitata da professionisti sia riuscita a soppiantare un valore d’uso plasmato da una cultura. Viene così soppressa la possibilità di conoscere un soddisfazione personale e sociale al di fuori del mercato. Io sono povero, ad esempio, una volta che per il fatto di abitare a Los Angeles o di lavorare al trentacinquesimo piano abbia perduto il valore dell’uso delle mie gambe.
Questa nuova povertà generatrice d’impotenza non va confusa con il divario tra i consumi dei ricchi e dei poveri, sempre maggiore in un mondo in cui i bisogni fondamentali sono sempre più determinati dai prodotti industriali. Tale divario è la forma che la povertà tradizionale assume in una società industriale, e che i termini convenzionali della lotta di classe adeguatamente mettono in luce e riducono.
Distinguo altresì la povertà di tipo moderno dai prezzi gravosi imposti dalle “esternalità” che gli accresciuti livelli di produzione rigettano nell’ambiente. E’ chiaro che questi tipi di inquinamento, di tensione e di carichi fiscali sono ripartiti in maniera ineguale, e che in maniera altrettanto ineguale sono distribuite le difese da tali depredazioni. Ma, come i nuovi divari in fatto di accesso, anche queste iniquità dei costi sociali sono aspetti della povertà industrializzata per i quali è possibile trovare indicatori economici e verifiche oggettive. Non è così invece per l’impotenza industrializzata, che colpisce indifferentemente ricchi e poveri. Dove regna questo tipo di povertà, è impedito o criminalizzato qualsiasi modo di vivere che non dipenda da un consumo di merci: fare a meno di consumare diventa impossibile, non soltanto per il consumatore medio ma persino per il povero. A nulla servono tutte le forme di assistenza sociale. La libertà di progettare e farsi a modo proprio la propria casa è soppressa, sostituita dalla fornitura burocratica di alloggi standardizzati, negli Stati Uniti come a cuba o in Svezia. L’organizzazione dell’impiego, della manodopera qualificata, delle risorse edilizie, i regolamenti, i requisiti necessari per ottenere credito dalle banche, tutto porta a considerare l’abitazione come una merce anziché un’attività. Che poi questa merce sia fornita da un imprenditore privato o da un apparatcik, il risultato concreto è sempre lo stesso: l’impotenza del cittadino, la nostra forma, specificatamente moderna, di povertà.
Ovunque si posi l’ombra della crescita economica, noi diventiamo inutili se non abbiamo un impiego o se non siamo impiegati a consumare; il tentativo di costruirsi una casa o di mettere a posto un osso senza ricorrere agli specialisti debitamente patentati è considerata una bizzaria anarchica. Perdiamo di vista le nostre risorse, perdiamo il controllo delle condizioni ambientali che lo rendono utilizzabili, perdiamo il gusto di affrontare con fiducia le difficoltà esterne e le ansie interiori. Porterò l’esempio di come nascono oggi i bambini nel Messico: partorire senza assistenza professionale è divenuta una cosa impensabile per le donne i cui mariti hanno un impiego regolare e che possono perciò accedere ai servizi sociali, per marginali o inconsistenti che questi siano. Esse si muovono ormai in ambienti dove la produzione di bambini rispecchia fedelmente i modelli della produzione industriale. Tuttavia le loro sorelle che vivono nei quartieri dei poveri o nei villaggi degli isolati si sentono ancora capaci di partorire sulle loro stuoie, senza sapere che rischiano una moderna imputazione di negligenza colposa nei confronti dei propri bambini. Man mano però che i modelli di parto promossi dai professionisti arrivano anche a queste donne indipendenti, vengono distrutti il desiderio, la capacità e le condizioni di un comportamento autonomo. In una società industriale avanzata, la modernizzazione della povertà vuol dire che la gente non è più in grado di riconoscere l’evidenza quando non sia attestata da un professionista, sia egli un meteorologo televisivo o un educatore; che un disturbo organico diventa intollerabilmente minaccioso se non è medicalizzato mettendosi nelle mani di un terapista; che non si hanno più relazioni con gli amici e con il prossimo se non si dispone di veicoli per coprire la distanza che ci separa da loro (e che creata prima di tutto dai veicoli stessi). Insomma veniamo a trovarci, per la maggior parte del tempo,senza contatti con il nostro mondo, senza possibilità di vedere coloro per i quali lavoriamo, senza alcuna sintonia con ciò che vediamo." ...

martedì 14 ottobre 2008

Trash Art

La trash art non è l'arte spazzatura ma bensì, in questo caso, l'arte fatta con la spazzatura. Ogni anno un ignoto artista crea la sua opera trash sullo "Scannone di Goro" dove i frequentatori estivi, quasi tutti locali, a fine stagione abbandonano insieme ai loro capanni una enorme quantità di rifiuti di dievrsa tipologia che si possono elencare e quantificare nell'opera stessa. Quello che mi lascia perplesso e che gli stessi che abbandonano i rifiuti e oggetti vari ritornano li, anno dopo anno, a godersi dei week end estivi sui loro propri rifiuti. Devo dire poi che l'opera era presente già dal mese scorso e che nessuno ha minimamente osato deturpare, un bel segno di civiltà :-(!!!


Lo "Scannone di Goro" è detta anche l'isola dei limosi o limicolandia per la notevole quantità di limicoli che ospita, alcuni dei quali molto rari.
Complimenti all'autore, un pò meno ai frequentatori estivi dell'isola dei limosi che dovrebbero dimostrarsi più civili e "portarse ognuno a casa sua le so scoasse".
In foto l'opera denominata "Pesca alle scoasse con bilancino".

mercoledì 8 ottobre 2008

A so mejo de Piero Angela e de so fiolo messi insieme.


Cosa mangiano i cardellini?
Mandorle, bagige o brustoline? Cikenmacnaghen o happy meal? Pizza o kebab? Caifa o sbari?
Niente di tutto ciò i cardellini mangiano semi di cardo, come le ghiandaie mangiano ghiande e i beccafico mangiano i fichi. Questi sono solo alcuni casi di come la natura abbia organizzato flora e fauna l’uno a sostegno dell’altro. Serve poco per poter godere attorno a casa di qualche spettacolino come quello in video da me realizzato dalla solita finestra, basta lasciar crescere qualche “grebana” in questo caso i cardi selvatici, evitando la nota agricola parola d’ordine “netto” e ciò eliminare e diserbare tutto ciò che non sia soia, bietole, formento e formenton (soia, barbabietole, frumento e mais). Vabbè, intorno a casa riesco a mantenere ancora qualche spazio naturale, sono un’untore, un po di semi di cardo selvatico, quelli li che mangiano i cardellini, li raccolgo e li conservo e poi in primavera li spargo intorno alla recinzione di casa dove il vicino agricoltore sa di dover stare bene alla larga, di non avvicinarsi con veleni e decespugliatore onde evitare le mie ire.

Il cardellino (carduelis carduelis) in Italia e nel Delta del Po è specie stanziale e nidificande, è parzialmente migratore, si sposta cioè più a sud negli inverni particolarmente rigidi. Al di fuori del periodo riproduttivo è specie gregaria che si riunisce in gruppi di decine, a differenza di altre specie non presenta il dimorfismo sessuale, maschi e femmine hanno lo stesso piumaggio . I giovani hanno le ali e la coda come nell’adulto ma per il resto sono bruno – grigio con striature scure. I cardellini hanno un canto meraviglioso, troppo spesso vengono catturati per accoppiarli con i canarini, barbare tradizioni portano ad accecarli una volta catturati per sfasare le fasi giorno – notte e farli cantare in continuazione ed utilizzarli come richiami per la caccia ad altri fringillidi o passeriformi, da non credere vero? Eppure accade!
Io me li godo così, come da video, visioni che il più delle volte ti cambiano la giornata.
Ah, dimenticavo, in primavera api e bombi diventano matti sui fiori di cardo selvatico.

venerdì 3 ottobre 2008

Il ritorno dei fenicotteri rosa.

A dire il vero non sono mai andati via, considerando la colonia nidificante delle saline di Comacchio, e della piccola popolazione errante presente tutto l'anno nel Delta del Po Veneto. Ma da alcuni anni nelle valli di Rosolina – RO – si verifica tra ottobre e dicembre una eccezionale concentrazione di fenicotteri rosa provenienti da varie parti d’Europa. Da ricordare il super gruppo del 2006 con oltre 10.000 individui che al tempo fu il più grosso concentramento di fenicotteri dell’area mediterranea. Triste le vicenda del 2007 con concentrazione minore toccata però dall’avvelenamento da piombo di diversi individui. Nel monitoraggio che ho iniziato a fine agosto risulta che anche quest'anno gli individui stanno man mano crescendo fino ad arrivare agli oltre 3000 di questi giorni, molti i giovani provenienti da Comacchio (nel filmato sono quelli “grigini” in basso).
Per poter ammirare questo spettacolino consiglio vivamente un buon cannocchiale, certi giorni sono particolarmente vicini alla strada e basta un binocolo.
Per raggiungere il sito e cioè Valle Pozzantini, dalla strada SS 309 Romea da Venezia o da Ravenna all'altezza di Rosolina (Ro) seguire le indicazioni per Albarella, a un certo punto scorgete una chiesetta abbandonata, siete arrivati.
Battere le mani, suonare il clacson o provocare rumori molesti per vederli volare è da autentici minchioni, è obbligatorio un comportamento civile per non recare disturbo alla colonia.
Ho allegato un filmato in videoscoping (cannocchiale + fotocamera) che non si può chiamare filmato ma una valida testimonianza sul numero e sulla presenza della colonia presente in questi giorni.

giovedì 2 ottobre 2008

Un passin a la volta.


E’ entrato pienamente in vigore il Decreto 17 Ottobre 2007 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 258 del 6 novembre 2007, “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di Conservazione (ZCS) e a Zone di protezione speciale (ZPS)”. Esso prevede all’art. 5, comma 1, lettera d, il divieto di “utilizzo di munizionamento a pallini di piombo all’interno delle zone umide, quali laghi, stagni, paludi, acquitrini, lanche e lagune d’acqua dolce, salata, salmastra, nonché nel raggio di 150 metri dalle rive più esterne a partire dalla stagione venatoria 2008/2009”.

Tutte le aree umide del Delta del Po rientrano nelle ZPS.
Dopo tanti anni finalmente anche l’Italia si è uniformata alla “civiltà” di tanti altri paesi del mondo nel proibire l’utilizzo di pallini di piombo sparsi gratuitamente nell’ambiente e in special modo nelle zone umide, durante quella che viene chiamata “attività venatoria”, in parole povere la caccia.
Il piombo, va ricordato è un elemento altamente tossico sia per l’uomo che per gli animali.
L'inquinamento idrico che il piombo provoca nelle zone umide dove si svolge la caccia, può arrivare all’uomo attraverso le catene alimentari provocando gravi problemi all’organismo. Spesso le stesse zone di caccia sono zone di allevamento di molluschi e pesce che ne assorbono una parte, oltre all'intossicazione che ne può derivare dal mangiare la selvaggina stessa uccisa con piombo. Letale è invece per diverse specie di uccelli acquatici (anatre e limicoli) in cui causa il saturnismo, vero e proprio avvelenamento da piombo provocato dall'ingestione dei pallini, che ne causa una morte lenta e sofferta. Nota è la vicenda balzate alle cronache nel 2007 dell’avvelenamento dei fenicotteri rosa che si alimentavano nelle zone di caccia del Delta del Po, la cronaca di questi tristi fatti nel blog,in Strage nel silenzio del 5 dicembre 2007, nel mio spazio yuotube ci sono due filmati.
Per la caccia nelle zone umide del Delta del Po si dovrà pertanto utilizzare cartucce a pallini d’acciaio, la Legge 11 febbraio 1992, n. 157, Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, all’articolo 30, comma 1, lettera h, punisce con sanzione penale chi esercita la caccia con mezzi vietati, tra i quali si ritiene debbano essere dunque ricompresi anche i munizionamenti di pallini di piombo nelle aree interdette.
Un passo alla volta …. Ho fiducia.

La foto è tratta da qui

lunedì 29 settembre 2008

Buone notizie, per la nostra salute e per quella delle api.


Per tredici anni ho allevato api con produzione di miele, propoli e polline, poi da due anni a questa parte, causa continua moria delle famiglie ho appeso, come si dice, l’affumicatore al chiodo.
Proprio ieri ho terminato di sistemare in soffitta tutto il materiale apistico in attesa di tempi migliori per riprendere l’attività, quando apprendo questa notizia che sono ben felice di diffondere.

“Dopo tante pressioni (dalle varie ass. di apicoltura, di protezione dell’ambiente fino a Slow Foood ndr) il 16 settembre è giunto il parere favorevole alla sospensione da parte della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari e il 17 settembre il Ministero della Salute ha quindi emesso il Decreto Ministeriale (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 settembre) per la sospensione cautelativa dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive neonicotinoidi thiamethoxan, clothianidin, imidacloprid e la sostanza attiva fipronil utilizzate nel trattamento di concia delle sementi.”

Nessuno lo dice ma tutti lo sanno, questi prodotti hanno causato per anni la moria di api e insetti pronubi a livello mondiale tanto da arrivare, in Italia, a prendere questa decisione dopo le devastanti morie di apiari di questo ultimo anno.
Peccato che siamo arrivati così in ritardo quando in Francia questi prodotti erano già stati banditi nel lontano 1999, ma è ancora più peccato che in tante parti d’Europa e del Mondo questi prodotti verranno in futuro ancora utilizzati.

A questo indirizzo un dettagliato dossier sui prodotti killer di una nota casa di fitofarmaci e sulla moria delle api.

Ci vorrà ancora del tempo per ritornare alla “normalità” dato che le molecole di questi micidiali prodotti chimici permangono nel terreno dai 2 a 4 anni avvelenando la flora spontanea e insetti vari che su di essa vanno a nutrirsi, ma come sempre credo nella forza rigeneratrice della natura e chissà che possa tornare a gustare e far gustare il mio ottimo miele.

sabato 27 settembre 2008

Avifauna: altre notizie che avevo da parte.


Altri studi, altre considerazioni, segnali che dovrebbero indirizzare l'uomo nella direzione opposta di ciò che succede a Malta come nel Delta del Po o come in tantissime altre parti del mondo.

Rapporto IUCN 2007: sempre più animali in via di estinzione


L'edizione 2007 della Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione pubblicata dalla IUCN rivela l'ampiezza della crisi diffusa su tutto il pianeta, ma si può interventire. La storia di un pappagallo delle Mauritius dimostra che con mezzi ed impegno si può invertire il processo di estinzione (12/09/07).
La "Red List of Threatened Species" presentata oggi rivela un numero senza precedente di specie a rischio di estinzione. La parte relativa all'avifauna è curata da BirdLife International e riporta ben 1.221 specie di uccelli a rischio confermando il trend negativo dell'avifauna mondiale a partire dal 1988, anno della prima valutazione. Di queste ben 189 sono considerate a rischio in maniera critica , la categoria che precede l'estinzione.
Eppure vi sono esempi di come la guerra contro l'estinzione possa essere vinta: il caso più eclatante del 2007 è quello del Mauritius (Echo) Parakeet (Psittacula eques) che veniva considerato "il pappagallo più raro al mondo " con solo 10 esemplari vivi nel 1970 e che quest'anno ha fatto "carriera": da "Critically Endangered" a "Endangered".
L'esperienza ha dimostrato che solo affrontando alla radice le cause dell'estinzione si può inverirne la marcia. Nel caso del pappagallo si trattava dell'introduzione di predatori (il ratto nero), il calo nella disponibilità di frutti endemici di cui si nutriva e la perdita di luoghi adatti alla nidificazione nella canopia della foretsa che a Mauritius sta scomparendo.
Dopo molti sforzi e studi, ora i Psittacula eques nidificano quasi esclusivamente in nidi artificiali che sono stati studiati per essere a prova di ratto; in questo modo si sono risolti due dei principali problemi, garantendo la deposizione delle uova e il successivo involo dei piccoli, protetti dagli attacchi dei predatori. Questo è già il terzo successo di questo tipo fatto registrare nell'isola: Nel 2000, la Colomba rosata (Nesoenas mayeri), era stato promosso ed ora conta 400 esemplari (ne aveva 9 prima dell'intervento). Il Gheppio di Mauritius (Falco punctatus) è invece rimontato da quattro esemplari nel 1974 a circa 1.000 indidui nel 2007.
"Come per tutte le altre specie che abbiamo recuperato, anche per il Psittacula eques è stato necessario un grande lavoro per identificare con esattezza le cause del declino" ha spiegato Stuart Butchart di BirdLife "quindi sono servite le risorse finanziarie, la disponibilità di persone competenti e dedicate e il coinvolgimento della popolazione per portare a termine l'operazione con successo ".


Ed ecco invece, quanto ancora ci si possa aspettare dalla natura e dalla sua biodiversità.


In tempi di emergenza estinzione e animali protetti l'Africa regala una buona notizia agli amanti della natura. E' lo stiphrornis pyrrholaemus, una nuova specie di uccelli scoperta nel Gabon dagli scienziati dell'Istituto statunitense Smithsonian. Completamente sconosciuto alla comunità scientifica, questo minuscolo esemplare nella foto pesa solo 18 grammi e si distingue per il collo e petto arancio, pancia gialla e schiena verde, con strisce nere sulla testa e un punto bianco davanti a ciascun occhio. Osservato per la prima volta nel 2001 nel corso di una spedizione nel Gabon sudoccidentale, si pensava fosse il piccolo di un'altra specie nota. Rientrato nel 2003 a Washington, l'ornitologo Brian Schmidt del Museo nazionale di storia naturale Smithsonian, non ha trovato invece riscontri su questa specie. Per essere sicuri della scoperta, gli scienziati dell'istituto hanno confrontato il Dna della nuova specie con altre quattro simili. Il risultato ha dimostrato che questi tipi di volatili sono decisamente separati e distinti dagli altri. Con la new entry, il totale delle specie conosciute di uccelli in Gabon sale a 753.

Foto 1: Psittacula eques
Foto 2: Stiphrornis pyrrholaemus
Notizie tratte da: Tutelafauna.it, la Repubblica.it.

Vigliaccherie venatorie

Malta : denunciato un massacro di uccelli

Ancora una denuncia da parte del Comitato contro il massacro degli uccelli (Cabs) che ha documentato l'uccisione da parte di cacciatori maltesi di una rarissima cicogna nera (26/09/08)
«Questo e' inaccettabile ed il governo deve intervenire subito contro questo massacro irresponsabile» ha detto un portavoce del Cabs che ha filmato l'accaduto e consegnato il video alla polizia per ulteriori indagini sui responsabili.
La settimana scorsa il Cabs ha chiesto al governo della Valletta di chiudere «subito la stagione di caccia sull'isola di Malta». Il Cabs - organizazzione di ornitologi volontari europei - e' presente nell'isola con 24 osservatori per la stagione di caccia aperta dall’1 settembre. In un comunicato, il Comitato afferma che, secondo una stima fatta dai loro esperti, «piu' di cento uccelli protetti sono stati massacrati».


In video un falco pecchialo - Honey Buzzard - (Pernis apivorus) ucciso dai prodi cacciatori maltesi.

Gli ornitologi puntano il dito contro la caccia condotta in «modo indiscriminato e illegale». L'anno scorso la stagione di caccia a Malta e' stata chiusa in anticipo per ordine del governo, su pressione dall'esecutivo Ue dopo una serie di denunce di caccia indiscriminata di specie protette.
Vicino a Rabat i volontari del CABS hanno assistito all’abbattimento di due falchi di palude (Circus aeruginosus) e hanno filmato il cacciatori che ne andavano a recuperare i cadaveri. Poco prima a Blue Grotto un gheppio (Falco tinnunculus) era stato letteralmente disintegrato da sei fucilate consecutive davanti agli occhi degli ornitologi. Alle 23:00 un gruppo di cacciatori ha aperto il fuoco contro un roost di falchi, cercandone poi i corpi con delle torce.
A Buskett Gardens, la piu’ importante area di sosta dell’isola, sono stati contati 500 pecchiaioli, 200 falchi di palude e 90 lodolai (Falco subbuteo) e dozzine di altri rapaci, tra cui falchi pescatori, gheppi e 31 Grillai (Falco naumanni). Solo grazie al dispiegamento di una massiccia forza di Polizia e dei volontari i cacciatori si sono tenuti alla larga dal luogo, ma si sono rifatti altrove.
Il mattino successivo, alle 5:30, ai confini di una riserva di caccia vicino a Mizieb, una quarantina di cacciatori ha aperto il fuoco contro uno stormo di falchi di palude. I volontari hanno contato 150 spari e almeno 6 uccelli cadere al suolo. Altri 15 sono stati feriti ma hanno continuato a volare.
Un altro team di volontari in azione nel sud dell’isola, a Fiddien Reservoir, e’ stato testimone del quasi completo massacro di uno stormo di venti falchi di palude ad opera di cacciatori. Due pecchiaioli feriti da fucilate sono stati consegnati al centro di riabilitazione dello International Animal Rescue ma le loro speranze di sopravvivenza sono minime.
"Gli elementi raccolti direttamente sul campo ci convincono che le affermazioni dell’associazione dei cacciatori maltesi FKNK che chi spara agli uccelli protetti rappresenta solo una minoranza di pecore nere sono parole vuote e senza senso» ha dichiarato il dirigente del CABS Alexander Heyd. «La maggior parte dei cacciatori prende parte a queste carneficine ed e’ necessario che il Governo maltese intervenga chiudendo immediatamente la caccia per consentire un passaggio sicuro ai migratori sui cieli dell’isola che rappresenta un punto di sosta fondamentale nel Mediterraneo.»

Tratto da:tutelafauna.it

giovedì 25 settembre 2008

La fiera delle parole


A Rovigo dal 9 al 12 ottobre
Forte della risposta di un pubblico entusiasta e numeroso, che con oltre 20.000 presenze ha decretato il successo di una manifestazione nata in sordina, l´associazione culturale Cuore di Carta ripropone "La fiera delle parole", un festival animato dai più autorevoli nomi della letteratura e del giornalismo, del cinema e del fumetto, tutti rigorosamente italiani. Insieme celebreranno la profonda importanza della parola: ciò che usiamo quotidianamente per comunicare, apprendere, informare, ricordare, amare: la finestra aperta della nostra anima.
La seconda edizione della Fiera delle Parole propone due anteprime che animeranno la città sabato 4 e domenica 5 ottobre. Paolo Giordano presenterà La Solitudine dei numeri primi con Mattia Signorini, mentre Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e il musicista Pape Gurioli metteranno in scena il recital Ti parlo una canzone.
Venerdì 10 ottobre La Fiera delle Parole ricorda Aldo Moro attraverso il libro Doveva morire di Sandro Provvisionato e Ferdinando Imposimato, e Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le parole di Giuseppe Ayala che presenterà il libro Chi ha paura muore ogni giorno insieme a Sandra Bonsanti.
Sui temi di attualità, Claudio Sabelli Fioretti intervisterà Marco Travaglio e Gherardo Colombo presenterà il libro “ Sulle Regole” con Claudio Bisio.
Tra Sabato 11 e Domenica 12, oltre ai momenti musicali a cura del Conservatorio di Rovigo, tanti altri temi interessanti con Gian Antonio Stella, Oliviero Beha, Flavio Oreglio, Giorgio Lauro, il reading di Giulio Casale e di Andrea de Carlo accompagnato alle tablas da Arup Kanti Das. Poi gli spettacoli A.. memoria di Massimo Wertmüller e La guerra di Giovanni con Edoardo Pittalis, Gualtiero Bertelli e La Compagnia delle Acque e ancora letteratura con Giancarlo Marinelli, Chiara Gamberale, Gian Antonio Cibotto, Pulsatilla.
Tra un incontro e uno spettacolo, i visitatori della Fiera della Parole potranno gustare al buffet curato dall’Istituto Alberghiero di Adria le specialità tipiche polesane e del Delta del Po.
Altre notizie su lafieradelleparole.it

martedì 23 settembre 2008

La vale.


In te la vale dispersa le gera
le case. Risare par tuto, par tuto fin al mare.

Casoni de cana e de paja
col can sula porta che baja
e tera par tera.

Porte senza meale
Dove almanco la sposa se possa
sentare alla sera,
meale rosso de piera,
rosso come le speranse
de la sposa novela.

Roba da siori un meale ben fato,
‘na casa coi copi,
coi muri,
coi veri, coi scuri.
Roba da siori.


La vale: anze, bisati,
el specio de l’acqua che ‘l pare
nà roba fin morta.
Ma cosa xe che importa
‘sta miseria
che quando el sole se colga
par che se impissa un pajaro?

Livio Rizzi

Da poesie a cura di Giuseppe Marchiori, Rebellato Padova 1969

giovedì 18 settembre 2008

GUSTO POLESINE ... VI DA' APPUNTAMENTO AD ADRIA



Vi aspetto domenica pomeriggio alle ore 16,00 in piazza Bocchi ad Adria (Delta del Po - Rovigo) presso lo stand della Provincia di Rovigo e partire per una rilassante pedalata lungo le rive verdeggianti del Canal Bianco e del Canale Mussolini fino a raggiungere l’Amolara, per la visita guidata al Septem Mària Museum.

Dopo fettemo un salame, bevemo un bicchiere in compagnia, femo do ciacole e tornemo in Adria. Il salame, el pan biscotto e anche le bici le porto io, qualcuno porti il vino.

Durata complessiva del tour ore 1 e 30’. Lunghezza percorso: 12 km, il tour è gratuito.


Visite guidate a cura delle Associazioni di Guide turistiche e naturalistico-ambientali, vi guida il sottoscritto.

Si consiglia la prenotazione presso I.A.T. Rovigo - Informazione e Accoglienza Turistica Cell. 329 8328671

Altre notizie le trovi a questo indirizzo web: gustopolesine.it

lunedì 15 settembre 2008

Rapporto settimanale.

Sabato sera festa di compleanno alla mia cognatina, rossa di capelli con un grande cuore, una bella festa coronata dalla sua ottima cucina, grazie zia Dani. Durante la cena, il mio altrettanto caro cognato, direi un fratello, ha perso inutilmente il suo tempo tentando di spiegare le basi della socialdemocrazia all’acquisito nipote forzaitaliota. In loro assenza, io ne aprofittavo per degustare i migliori vini della cantina fraterna riflettendo e commentando la scelta matrimoniale dell'amata prima nipote, figlia di quell'altro fratello . Nel frattempo il suocero di mio fratello ( si siamo in tanti, 3m + 1 f + nipoti, morosi mamme, suoceri, cognati, cognate, ecc...) dichiarava la sua definitiva cessata attività venatoria, ma stamattina alle cinque e mezzo con vento e piova era già a baonare tra le campagne di Piantamelon per bracconare qualche fagiano rincoglionito o qualche lepre appena liberata dalla gabbia.
In settimana sono ritornato con gli amici dell’ Associazione Ornitologica dell’Emilia Romagna (As.O.ER.) a censire l’avifauna dello Scannone di Goro che riserva sempre forti emozioni con spettacoli avifaunistici e ambientali unici nel genere, con migliaia di limicoli di ogni specie. In foto un esemplare di Piovanello pancianera (Calidris alpina) uno tra i più piccoli dei limicoli dello scannone, che ci ha stranamente seguito per tutta la mattina facendosi fotografare in tutte le pose.



Il maltempo del fine settimana ha fatto saltare i programmi in cui ero occupato, per cui libero da impegni ne ho approfittato per andare a spinazzare i 1300 fenicotteri attualmente presenti in valle Pozzantini ( Rosolina – RO) e leggere una trentina di anelli che consentono di decifrare l’origine degli esemplari. Ci sono delle chicche che arrivano dalla Spagna, altri dalla Francia e dall’Algeria, una caccia molto rilassante. In foto due fenicotteri di valle Pozzantini, uno con anello blu (ILCA) nato in Italia e uno con anello giallo (DZXC) nato in Francia.



Ma chicca delle chicche è il titolo di un articolo di ieri apparso sul mitico “ Il Gazzettino”: Una "Bontà fra due fiumi" con i mielicoltori del Delta. La chicca è la parola mielicoltori e cioè i coltivatori o allevatori di miele, noto alimento che solo le api riescono a produrre. Per il cronista del Gazzettino, però anche qualche abitante del Delta è riuscito tramite semina o allevamento o con misteriose alchimie a produrre quello che le api hanno imparato a fare in migliaia di anni di evoluzione. Un tempo si chiamavano apicoltori. Dopo aver letto ciò, non mi posso neanche più stupire se nelle parole crociate della Settimana Enigmistica, alla definizione di tre lettere “Abbreviazione di questo” e cioè “sto”, mia figlia scrive QST e se l’altro mio figlio nei messaggini del cellulare al posto di perché mi scrive ics-cappa-è (XKE’), il linguaggio italiano sta cambiando e l’analfabetismo è decisamente in crescita.
Nota bene: nel testo sono inserite parole in dialetto, altre che non si trovano nel vocabolario, ma questo è il mio blog dove ci scrivo quello che mi pare, non è in vendita e tanto meno consultabile nei locali pubblici, io non sono un giornalista e non sono pagato per le minchiate che scrivo e ancor più non scrivo sui giornali con la pretesa di fare informazione. D'altronde, però, se non ci fossero i giornali con titoli così infiammabili con che cosa accenderei la stufa in inverno?

lunedì 8 settembre 2008

Notizie da Euroworld.


Io la definii una grande, gigantesca, strepitosa cazzata, e ne sono ancora convinto, sotto sotto sentivo puzza di marcio, anzi di putrefatto, roba da vomito.
Ecco cosa leggo nella premessa del dossier di Legambiente "Mare Monstrum 2008".

Un tedesco di nome Jurgen Kahl, un italo svizzero di nome Rosario Musumeci e un
israeliano di nome David Appel (non è un barzelletta ndr), chi sono e cos’hanno in comune questi tre signori?
Sono tre uomini d’affari che condividono casualmente la stessa idea, una di quelle idee meravigliose che ti cambiano la vita e, nel loro caso, potrebbero cambiarla a migliaia e migliaia di persone, a un’intera regione, forse addirittura a una nazione o a più nazioni.
Tutti e tre questi signori hanno in mente di fondare una nuova città e tutti e tre hanno scelto, guarda il caso!, l’Italia per dare vita al loro progetto. Nei primi due progetti, quello del tedesco e dell’italo-svizzero, l’idea è quella di costruire enormi parchi tematici, “i più grandi d’Europa”, con il vecchio continente a fare da tema portante; nel terzo caso invece la città che dovrà sorgere su 1200 ettari alla foce del Neto, vicino Crotone, avrà le sembianze di una megalopoli del futuro, con tanto di metropolitana di superficie ed edifici dallo skyline futuribile. Ma l’Europa c’entra qualcosa anche con l’idea di Mr. Appel, se no perché quel nome? … Europaradiso… Mr. Kahl alla sua città ha dato un nome altrettanto pretenzioso: Euroworld sorgerà su 124 kmq nel Delta del Po, del resto tutte le grandi città hanno bisogno di un fiume su cui sorgere, e sarà inaugurata il 31 marzo 2013, che deve essere un periodo di grandi fondazioni. Più o meno in quei giorni infatti dovrebbe essere sistemata la prima pietra della nuova centrale nucleare del nostro Paese.
“Il progetto Euroworld – si legge nella frase d’esordio del sito internet – è composto da due parti legate una all’altra imprescindibilmente”. Inutile sperare che le pagine seguenti svelino il mistero sulla natura di queste due parti, quali siano non è dato sapere, anche se una certa idea ce la siamo fatta… A leggere oltre si alterna una sana modestia e un pragmatico realismo: “il progetto Euroworld probabilmente diventerà il più grande progetto edilizio dell’UE”, è un impresa “unica nel suo genere a livello mondiale”, ed ancora un passaggio che prova a ridimensionare e a tranquillizzare i lettori affermando che “il progetto complessivo dell’Euroworld Park si differenzia dai parchi tematici tradizionali grazie all’assenza di manie di gigantismo”. Euroworld vuole semplicemente riprodurre l’intero vecchio continente, dall’Islanda alla Sicilia, su oltre dodicimila ettari, con l’inevitabile Torre Eiffel, la porta di Brandeburgo, i pub irlandesi, l’Acropoli e il Big Ben, le saune finlandesi, i caffè viennesi, ma senza manie di grandezza.
Gli stessi monumenti, qualcuno più qualcuno meno, dovrebbero sorgere anche nella
piana di Regalbuto, nella cittadina ideata da Mr. Musumeci. Anche qui verrà costruito un piccolo Colosseo, una piazza San Marco, un Campidoglio, una Torre Eiffel e un palazzo dei Normanni, come quello di Palermo sede dell’assemblea regionale siciliana. Sarà per via delle dimensioni, appena 240 ettari, ma il progetto di Mr. Musumeci sembra, dei tre, quello messo meglio, con un’inaugurazione già alle spalle (ma in questi casi una sola inaugurazione non basta mai) con tanto di Ministro (Chiti), viceministro (Capodicasa) e vertici della Regione Sicilia (Cuffaro e Miccichè).
La città di Mr. Appel, che pure non aveva le grandi estensioni di quella di Mr. Kahl, ma neppure il piccolo profilo di quella siciliana, si direbbe una pratica ormai archiviata (ma come per le inaugurazioni, una sola archiviazione spesso non è sufficiente). 60.000 posti letto su 1200 ettari non sono riusciti a convincere la maggioranza degli amministratori della Regione Calabria che, dopo un lungo tira e molla, hanno ringraziato e salutato, per il momento, l’affarista israeliano sul quale pesa l’accusa di corruzione da parte della magistratura israeliana. La fedina penale non proprio limpida di Mr. Kahl ha bloccato per ora anche la nascita di Euroworld: l’affarista tedesco risulta essere stato condannato a 14 mesi per appropriazione indebita, procacciamento sleale di affari, speculazione cattiva amministrazione. Vedremo nei prossimi anni come andranno a finire le tre cittadine, se la seconda parte della quale si parlava sul sito di Euroworld, quella “imprescindibilmente” legata alla prima,altro non è se non una parte volutamente nascosta, non scritta appunto, che rimanda magari ad affari più o meno leciti, al lato meno nobile e più oscuro delle vicende. Sono queste le storie che si imparano leggendo le pagine di Mare Monstrum, storie di grandi e piccole furbizie, di furboni e furbetti che consumano i propri affari ai danni dell'ambiente.
....

sabato 6 settembre 2008

Ancora osei: l’airone rosso.


Nove sono gli aironi che frequentano il Delta del Po. Tre sono stanziali, presenti cioè tutto l’anno e pertanto anche nidificanti, questi sono: l’airone cenerino (ardea cineraea), la garzetta (egretta garzetta) e l’airone guardabuoi /(Bubulcus ibis). Uno è principalmente svernante ma si può osservare anche in primavera - estate come nidificante ed è l’airone bianco maggiore (Egretta alba).
Seguono le altre cinque specie composte da specie nidificanti e parzialmente svernanti quali il mimetico tarabuso (Botaurus stellari) e la nitticora ((Nycticorax nycticorax) ed esclusivamente nidificanti e raramente svernanti quali il tarabusino (Ixobrychus minutus) la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) e l’airone rosso (Ardea purpurea).


L’airone rosso nidifica nel Delta del Po nel folto dei canneti più estesi dei principali bonelli quali quelli del Bacucco, di Scirocco e in quelli di Busa Bastimento e Po di Maistra, oltre che nella palude Boccavecchia ai margini di Valle Morosina. Come gli altri aironi si nutre di bisce, topi, anfibi, grossi coleotteri acquatici, molluschi e gasteropodi e altri animali odiati dal genere umano.
E’ uno dei miei aironi preferiti, per la sua stagionalità e per i suoi colori, mi piace.
Tutto ciò per incollare nel mio diario elettronico questa bellissima foto che oltre alla qualità e particolarità lo ritrae in tutti i colori di penne e di piume e anche di zampe.

Foto estratta dal forum di Natura Mediterraneo gentilmente offerta da Andrea Cormassi di Pisa. Grazie Andrea.

venerdì 5 settembre 2008

Avifauna del Delta del Po


Il canareccione (Acrocephalus arundinaceus) è un passeriforme della famiglia delle silvidi, dalla punta del becco alla punta della coda misura circa 19 cm, ha una apertura alare di 28 - 29 centimetri, maschi e femmine pesano dai 25 a 37 grammi. Si riproduce nell'Europa continentale fino alla Svezia e alla Danimarca, ma non in Gran Bretagna. Si trova anche in Asia. Vive nei canneti sulle rive dei fiumi, dei laghi e delle paludi, si nutre prevalentemente di insetti e piccoli invertebrati che trova sugli alberi, nei cespugli e tra le canne.
Il nido, che viene ancorato nel caneto, è costruito con canne e foderato con radici, fiori ed erba, in agosto - settembre migra nell'Africa sub-sahariana, e ritorna verso nord in aprile – maggio.



Tante di queste notizie sono state raccolte nei secoli da validi, preparati e appassionati ricercatori che dopo il 1758, anno in cui Linneo ordinò e classifico centinaia di specie vegetali e animali, hanno continuato e continuano a raccogliere dati su questa e altre specie.
Dalla stazione di inanellamento dell’Oasi di Cà Mello i miei amici Simone tenan, referente scientifico e Marco Basso, responsabile con Simone delle attività sul campo, danno notizia di un cannareccione catturato e inanellato a Cà Mello nell'agosto del 2002 (già allora adulto) ripreso nel luglio di quest'anno sempre a Ca' Mello.
“L'età minima dell'individuo - comunica Simone - è quindi pari a poco più di 7 anni !! Non male visto che il record di longevità secondo il report dell'Euring è di 10 anni di un individuo inanellato in Germania.” “ Purtroppo – continua Simone - con il mese di agosto termina, a tempo indeterminato, l'attività di inanellamento presso l'Oasi di Ca' Mello. La fine dei finanziamenti impongono l'interruzione dei monitoraggi standardizzati che procedevano da 5 anni, e dell'attività di inanellamento finalizzata a vari progetti di ricerca iniziata ben 11 anni fa dalla quale deriveranno alcuni articoli su riviste scientifiche internazionali”.
Una grave perdita per la ricerca scientifica nel Delta del Po.

mercoledì 3 settembre 2008

La rivincita del cervo

Visto che sono in tema di cervi e purtroppo anche di riapertura della caccia, ho trovato, cercando notize inerenti, questo video. Il cervo purtroppo come tanti altri animali è specie cacciabile, in questo video si prende una bella rivincita, non mi sembra che il tizio sia armato di macchina fotografica. A tutti i cacciatori: attenti ai cervi ma soprattutto attenti a non diventare cervi, il conte Uguccione è sempre in agguato!

domenica 31 agosto 2008

Il Cervo delle dune

In genere, quando si parla di ungulati, in particolar modo di cervi, viene subito in mente la montagna o per lo meno zone non pianeggianti e tantomeno vicine al mare.
Eppure,da diverse centinaia di anni, vive nel Delta del Po, esattamente nel Gran Bosco della Mesola, un cervo o meglio un centinaio di cervi divenuti oramai autoctoni tanto da generare un ceppo ben specifico denominato Cervo delle dune o Cervo della Mesola.



Il Gran Bosco della Mesola oltre ad essere l'ultimo più grande residuo di bosco rimasto in pianura Padana è famoso proprio per la presenza del suddetto cervo. All'interno del bosco il Cervo delle dune vive nella zona a riserva integrale quella cioè non visitabile dal pubblico. In questi giorni e nelle date sotto indicate il Parco del Delta del Po Emilia Romagna e il Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con le guide naturalistiche di Aqua (me medesimo compreso) offrono la possibilità di effettuare gratuitamente escursioni guidate con pulmino elettrico nella riserva integrale visitando i luoghi più nascosti per scoprire la fauna del bosco e in particolar modo i Cervi delle duna.
Partenze dal parcheggio del Gran Bosco della Mesola alle ore 10.00 ed alle ore 16.00 nei giorni di :
sabato 30 e domenica 31 agosto,
sabato 6 e domenica 7, sabato 13 e domenica 14 settembre
Ogni escursione è riservata ad un massimo di 8 partecipanti.
Per informazioni e prenotazioni centro servizi del parco Manifattura dei Marinati tel. al 0533 81742
(Cliccando la foto si apre ingrandita).

domenica 17 agosto 2008

Piante grasse, che passione.


Lo scorso autunno la mia amica, nonché collega, Isabella, nonché appassionata di piante grasse come me, mi regalò questa pianta di Stapelia (in foto al centro) da lei moltiplicata, che nell’arco della primavera ho sapientemente gestito fino ad ottenere il suo più bel regalo che è il fiore.
Genere dell’ Africa meridionale che comprende diverse specie e varietà di esse, i fiori delle Stapelie hanno un odore tipico della carne putrescente e le Stapelie vengono infatti impollinate dalle mosche necrofile (mosche della carne) che vivono nelle zone dove crescono queste piante, niente in natura viene lasciato al caso.
In foto la mia Stapelia e il suo bellissimo fiore accanto, a sinistra, un Echinocactus Grusonii, a destra un Ferocactus latispinus entrambi originari dei deserti del Messico e Stati Uniti sud occidentali.
Erroneamente si pensa che le piante grasse abbiano bisogno di poca acqua e siano molto resistenti, non è così d’estate amano molto l’acqua e la luce, purtroppo queste piante sono tra le più maltrattate, lasciate per lungo tempo senza acqua e vendute in sterili composizioni con sassettini colorati sono ben presto destinate a morire, amatele di più e vi daranno grandi soddisfazioni.

sabato 16 agosto 2008

Il bramito del cervo nella foresta del Cansiglio


Venerdì 19 e giovedì 25 settembre, venerdì 3 e venerdì 10 ottobre 2008.
Clicca qui per altre informazioni e andare sul sito del Centro di Educazione Naturalistica di Vallorch
oppure telefonare al 329 2170918 per info e prenotazioni.

mercoledì 13 agosto 2008

Istria e riflessioni



Istria che meraviglia.
Ci vado da quattro anni e mi piace sempre più, anche se quest’anno alcuni fattori mi hanno portato alle riflessioni che seguiranno. La mia meta e Rakalj ex Castelnuovo d’Arsa sull’omonimo canale a 20 Km a Nord di Pola davanti al Quarnero da dove nasce il potente vento di Bora. Ho trovato straordinaria accoglienza in una casettina in cima ai monti da due simpaticissimi coniugi che affittano un paio di appartamenti e siamo diventati amici. Nadia è una cuoca eccellente, Riko parla 5 – 6 lingue, andiamo a pesca insieme, ovviamente io non prendo nulla, lui si. La vegetazione è di tipo mediterraneo con praterie di salvia miste ad elicriso che profumano l’aria di liquirizia, diverse specie animali non comuni dalle nostre parti, il mare è stupendo, il clima ottimo, non si suda, si incontrano pochissimi turisti, dove potevo andare via dalla paludi del Delta?

La cava.

Il primo anno era chiusa, inattiva, il secondo anno è ripresa una fiacca attività, aumentata fino a quest’anno tanto da veder partire due navi al giorno cariche di ghiaia e sasso molte destinate all’Italia, alcune si possono vedere attraccate anche nel Canale di Levante nei pressi di Cà Cappello nella zona del nuovo porto. Si stanno mangiando una piccola parte di Istria un piccolo paradiso, un tempo è toccato anche ai nostri Colli Euganei. Ma perché i governi permettono la devastazione dei loro territori, perché distruggiamo quello che la natura ha creato in millenni. Per il sasso e la ghiaia? Ghiaia per fare nuove strade in paesi ricchi dove farci correre sempre più macchine, ma correre dove? se nonostante le sempre più nuove e grandi strade che si costruiscono sono sempre più intasate tanto che attualmente a percorrere lo stesso tratto di una volta ci impieghiamo il doppio a volte il triplo di prima? di quando le strade non c’erano?




I muretti a secco.
Qualche anno fa ho fatto un viaggio di studio nel Delta francese in Camargue, la guida ci portò in un paesino della Provenza per farci vedere i muretti a secco che addirittura stavano ricostruendo, il muratore era calabrese e a loro sembrava di farci vedere l’oracolo, il progetto rientra in un piano di recupero e valorizzazione turistica di quella zona attraverso la visitazione dei muretti a secco e delle case costruite in sasso. In Istria i muretti a secco li trovi un po’ ovunque a delimitare le proprietà, sono secolari, sono parte integrante del paesaggio, della storia e della civiltà Istriana. Ecco, come da foto, come con un colpo di ruspa il tutto viene cancellato, per allargare e asfaltare una strada, per farci passare camion e auto che sempre più in fretta devono andare al quel c…. di cava.
Quanto mi piaceva quella strada bianca che porta in baia, dove si scendeva piano, lentamente tra i muretti a secco, con le ballerine bianche sopra ai muretti a caccia di insetti e i cardellini tra i cespugli di elicriso. Una sera ho trovato in strada, una piccola volpe agonizzante investita da un’ auto, che grazie all’asfalto, sfrecciando sempre più veloce non ha potuto o voluto evitarla, altri animali in futuro non avranno scampo. Questa io la chiamo devastazione autorizzata, agli abitanti locali hanno promesso una nuova marina con duecento posti barca che sorgerà al posto della cava quando questa avrà finito la sua attività, la nuova marina porterà turisti, posti di lavoro, soldi e benessere. Istriani, non fatevi ingannare, non costruiranno un bel niente, vi lasceranno una montagna mezza mangiata, una strada che non verrà mai più riasfaltata (come le attuali) e i muretti a secco rovesciati in ricordo dei bei tempi, di quando si stava meglio quando si stava peggio.

lunedì 11 agosto 2008

Il cespuglio delle farfalle.


La Buddleia è una di quelle piante che compri in vivaio e non è una pianta autoctona, cioè non è delle nostre zone, ma i suoi fiori e la lunga fioritura (primavrera - estate) attira le farfalle, per questo viene chiamata il "cespuglio delle farfalle". Che belle le farfalle.
Ho una pianta di buddleia davanti a casa messa a dimora da pochi anni, insieme ho messo anche una pianta di lavanda e una di rosmarino, altre due piante interessanti per la loro lunga fioritura e per la buona quantità di nettare che forniscono. Direi che questo piccolo angolo mi sta dando grandi sodisfazioni. Oggi, probabilmente per via della scarsa fioritura presente nell'adicente campagna (la soia non da nettare !!!), avevo una decina di farfalle di specie diverse (esattamente 5, Podalirio , Vanessa atalanta, Vanessa io, Cavolaia maggiore e Icaro) che gravitavano intorno a questa piccola oasi per insetti. Inserisco due foto, una con fiore di Buddleia l'altra con un bellissimo Podalirio (Iphiclides podalirius), e se potete piantate nel vostro giardino una pianta di Buddleia, le farfalle ve ne saranno grate, se non potete gustatevi le mie foto.

sabato 19 luglio 2008

Occhio al Cenerino


Il ricercatore Dott. Paolo Pedrini. con una mail giunta nella lista di discussione BW – Italia lancia un appello a tutti i birdwacher (e non solo):

”Come ormai da tre anni, anche quest'anno (il 23 aprile 2008) abbiamo provveduto a marcare con anelli metallici e colorati alcuni giovani di airone cenerino (40) nati nella garzaia al biotopo "Lago di Toblino"(Tn). I pulli sono stati marcati oltre che con il consueto anello metallico, mediante l'apposizione di un anello colorato (rosso) sul quale è ben chiara una sigla di tre lettere, leggibile anche ad una certa distanza.
Ad oggi le probabilità di lettura sono ancora basse, non solo per il limitato numero di soggetti inanellati (a memoria: 120 circa), ma anche per le difficoltà ambientali che spesso impediscono l'osservazione dell'anello e la generale limitata attenzione verso questa specie, ormai..."fin troppo comune"...
Proprio per questo mi rivolgo a tutti gli appassionati di BW e di natura al fine di cercare, con il vostro aiuto, di incrementare il numero delle osservazioni (lettura dell'anello colorato).
L'invito consiste nel semplice prestare attenzione agli aironi cenerini che osservate nelle vostre diverse zone umide, segnalando data, località e numero dei soggetti controllati, e ovviamente l'eventuale lettura dell'anello. Ogni segnalazione ci è di sicuro aiuto per meglio comprendere aspetti di dettaglio quali: la durata della permanenza al sito, l'inizio della fase di dispersione, l'eventuale fedeltà in età adulta come riproduttori. Ringrazio quindi fin d'ora quanti accoglieranno positivamente questo nostro invito".
Le letture possono essere inviate all’INFS o al Dott. Pedrini, pedrini@mtsn.tn.it, oppure contattate il Museo Tridentino di Scienze Naturali Via Calepina, 14 38100 TRENTO - Italy
tel. +390461270310; FAX +390461270376

In foto un Airone cenerino (Ardea cinerea) tratta dal sito Cley Birds Gallery