giovedì 14 luglio 2011

L’EMILIA ROMAGNA FA MURO CONTRO I DELIRI AL CARBONE DI GOVERNO E REGIONE VENETO

NO ALLA CENTRALE A CARBONE NEL PARCO DEL DELTA DEL PO, SI PUNTI SU RINNOVABILI E SVILUPPO ECO-SOSTENIBILE COME RICHIEDE CONSIGLIO DI STATO, UE E LA LEGGE DEL PARCO DEL DELTA DEL PO

Approvata la risoluzione che vede come primo firmatario
Giovanni Favia (Movimento 5 Stelle)




La Regione Emilia Romagna fa muro contro la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle approvando una risoluzione che vede come primo firmatario Giovanni Favia del Movimento 5 Stelle. Una risoluzione che impegna la Regione in sede di conferenza Stato-Regioni a fermare il folle progetto di riconversione a carbone a Porto Tolle ed è stata sottoscritta anche dai colleghi Monari (Pd), Barbati (Idv), Meo (Verdi), Naldi (Sel) ed ha visto il voto favorevole di Movimento 5 Stelle, centrosinistra, quello contrario di Pdl e Udc, mentre i consiglieri della Lega Nord erano assenti dall'aula al momento del voto.

LA RISOLUZIONE
In particolare la risoluzione di Favia del Movimento 5 Stelle sottoscritta anche dal centrosinistra chiede di “esprimere la netta contrarietà della Regione Emilia-Romagna al progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, attivandosi in tal senso in ogni sede competente a proporre un piano alternativo per lo sviluppo economico della zona, rilanciando turismo, agricoltura e pesca, cercando quindi di preservare l’ecosistema del Fiume Po e la qualità dell’aria senza danneggiare, e anzi favorendo, le attività economiche”. Si chiede inoltre di “ investire esclusivamente, nell’area del Parco del Delta del Po, sulla produzione energetica da fonti rinnovabili non combustibili e soprattutto non fossili”.


IL TRUCCO DEL LEGHISTA ZAIA PER SBLOCCARE IL CARBONE CONTRO IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO.

Inoltre nel documento che vede come primo firmatario Favia si denuncia il trucco utilizzato dalla Regione Veneto a guida leghista per aggirare una sentenza del Consiglio di Stato che aveva bocciato la riconversione a carbone. “La legge regionale veneta n. 36/1997 istitutiva del Parco del Delta del Po, dettava le linee guida per la creazione del Parco Regionale del Delta del Po in quella Regione. Al suo articolo 30 che l’attuale amministrazione della Regione Veneto intende modificare, si afferma in particolare al comma a) che “all’interno del Parco del Delta per produrre energia è necessario utilizzare metano o combustibile di pari o inferiore impatto ambientale”. “Modificando il comma a) dell’articolo 30, la Regione Veneto di fatto spianerebbe la strada alla riconversione a carbone della centrale Enel Spa di Porto Tolle-Polesine Camerini, assecondando i progetti presentati da Enel Spa e creando notevoli ricadute negative sia per i territori della provincia di Rovigo anche per i vicini territori delle province di Ferrara e Ravenna” continua la risoluzione. Il tutto contro “il Consiglio di Stato che con una sentenza emessa in data 10 maggio 2011 dando ragione ai ricorrenti (comitati ed associazioni ambientaliste) ha confermato l’impostazione definita nel comma a) dell’articolo 30 che la Regione Veneto intende modificare, in quanto è facilmente dimostrabile, anche utilizzando le normative europee, che il carbone inquina più del metano”.

RICORSI

Giovanni Favia nel corso del suo intervento prendendo spunto dalle richieste di associazioni e comitati ambientalisti ha anche chiesto che la Regione Emilia Romagna faccia sentire la propria voce attraverso opposizioni sul piano giuridico legale al piano di Enel Spa e governo di trasformare a carbone la centrale sul Delta del Po.

Movimento 5 Stelle-Beppegrillo.it
Gruppo Assembleare
Assemblea Legislativa Emilia Romagna

martedì 12 luglio 2011

Sono sbalordito


dalla velocità con cui questa notizia è arrivata al Corriere .it, mentre, invece, la notizia del convegno di oggi 12 luglio 2011 “ Carbone: preistoria della tecnologia” organizzato dalle associazioni ambientaliste, appariva a mala pena nelle cronache dei quotidiani locali. Ecco cosa riporta il noto quotidiano:

PORTO TOLLE(Rovigo)
Lavoratori in mutande contro gli ambientalisti
Boxer e canottiera davanti ai cancelli della centrale: «Sì lavoro, sì carbone»

I lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle sono rimasti «in mutande» in segno di protesta contro le associazioni che oggi pomeriggio si ritroveranno a Rovigo per il convegno «Carbone: preistoria della tecnologia». Dipendenti Enel e delle aziende dell'indotto della centrale hanno manifestato in boxer e canottiera davanti ai cancelli della centrale, indossando le lettere dello slogan «Sì lavoro, Sì carbone» ed esponendo lo striscione «Noi 11mila firme, voi 11 bugiardi», in riferimento alla petizione che nel mese dal 28 maggio al 26 giugno ha raccolto 11.000 adesioni a favore della riconversione a carbone «pulito». «La riconversione a gas metano che porterebbe questo impianto alla chiusura nel giro di poco tempo». Le centrali italiane alimentate a gas naturale, negli ultimi i signori di Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Greenpeace vogliono per la centrale di Porto Tolle - spiegano i lavoratori enel e delle aziende dell'indotto - farebbe solo alzare la bolletta di famiglie e imprese, e 5 anni, hanno visto diminuire le ore di funzionamento fino al 95%, nel caso degli impianti a gas metano. «Una centrale carbone "pulito" di ultima generazione, invece, garantisce un costo di generazione del 20% inferiore a quello di un ciclo combinato a gas, e - dicono - realizza 3.500 posti di lavoro in cantiere e circa 1.000 stabili durante l'esercizio della centrale, contro i 30 dipendenti di una centrale a gas». «La crisi ha già messo in ginocchio le imprese del Polesine e - continuano i lavoratori - andando avanti su questa strada ci lascerà in mutande, se non ci sarà la riconversione a carbone».
Non è che uno possa sempre rimanere zitto, io poco, quasi mai.. In quanto riportato nell’articolo:
“Sì lavoro, Sì carbone» ed esponendo lo striscione «Noi 11mila firme, voi 11 bugiardi», in riferimento alla petizione che nel mese dal 28 maggio al 26 giugno ha raccolto 11.000 adesioni a favore della riconversione a carbone «pulito»”…,
io contesto e vorrei porre un dubbio su questa affermazione.



L’invito alla firma nei banchetti del Comitato Lavoratori di Porto Tolle non era rivolto a volere o meno la riconversione a carbone della centrale ma bensì al lavoro in polesine (vedi in foto loro slogan) per cui anche queste 11.000 firme sono nel dubbio.
Ma poi mi chiedo un’altra cosa, quali mansioni avranno mai svolto questi signori negli ultimi tre anni all’interno della centrale di Polesine Camerini, dato che questa era ferma ?
Considero poi queste proteste inutili dato che fino ad oggi nessun dipendente di questa centrale è stato licenziato, e continua a percepire il suo stipendio come nei tre anni precedenti di chiusura.
Ma soprattutto sono sicuri che L’ENEL voglia assumere 1000 persone stabili quando sta facendo di tutto per togliersi dalle balle gli ultimi 250 rimasti?
E per ultimo, puramente inventato:
“La riconversione a gas metano che i signori di Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Greenpeace vogliono per la centrale di Porto Tolle - spiegano i lavoratori Enel e delle aziende dell'indotto - farebbe solo alzare la bolletta di famiglie e imprese, e porterebbe questo impianto alla chiusura nel giro di poco tempo». Le centrali italiane alimentate a gas naturale, negli ultimi 5 anni, hanno visto diminuire le ore di funzionamento fino al 95%, nel caso degli impianti a gas metano”.
E perchè l'energia elettrica non ce la regalano visto che vengono a devastare la nostra terra?

lunedì 11 luglio 2011

Carbone nel Parco del Delta del Po ?

L'Emilia Romagna segue il MoVimento ed è pronta a far muro contro i deliri di Lega e Pdl.



"Incredibile, anziché andare avanti qui torniamo indietro"
- dice Giovanni Favia, Consigliere del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna - "tanto indietro da risalire ai tempi della prima rivoluzione industriale: a Porto Tolle Enel intende riconvertire la sua centrale ad olio combustibile in una centrale a carbone da 1960 MW! È un segnale sconfortante di come nel campo dell'energia si continui a guardare al passato anziché al futuro. Ma, ovviamente, la preoccupazione è grande anche per le pesantissime ripercussioni sulla qualità dell'aria nella zona. Sappiamo tutti che la Pianura Padana è già oggi una delle zone più inquinate d'Europa, senza bisogno di una nuova fonte di smog" - continua Favia - "Anche se la centrale sorge su territorio della Regione Veneto, certo non possiamo sperare che i fumi inquinanti si fermino sulle sponde del Po ed interessa anche i vicini territori della provincia di Ferrara e Ravenna in primo luogo. Per questo ci sentiamo di dover sollecitare un intervento del Presidente Vasco Errani, che è anche Presidente della Conferenza Stato-Regioni" - conclude Favia - "perché si faccia portatore di una richiesta lungimirante di investimenti nel Parco del Delta del Po che siano orientati allo sviluppo del turismo, dell'agricoltura e della pesca nel massimo rispetto dell'ecosistema della zona e della sostenibilità delle attività." Una risoluzione per impegnare la Regione in sede di conferenza Stato-Regioni a fermare il folle progetto di riconversione a carbone a Porto Tolle è stata presentata da Giovanni Favia (Movimento 5 Stelle) ed è stata sottoscritta anche dai colleghi Monari (Pd), Barbati (Idv), Meo (Verdi), Naldi (Sel) e verrà posta in votazione nella seduta in programma martedì e mercoledì.
LA RISOLUZIONE
In particolare la risoluzione del Movimento 5 Stelle sottoscritta anche dalla maggioranza di centrosinistra chiede di "esprimere la netta contrarietà della Regione Emilia-Romagna al progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, attivandosi in tal senso in ogni sede competente a proporre un piano alternativo per lo sviluppo economico della zona, rilanciando turismo, agricoltura e pesca, cercando quindi di preservare l'ecosistema del Fiume Po e la qualità dell'aria senza danneggiare, e anzi favorendo, le attività economiche". Si chiede inoltre di " investire esclusivamente, nell'area del Parco del Delta del Po, sulla produzione energetica da fonti rinnovabili non combustibili e soprattutto non fossili".
IL TRUCCO DEL LEGHISTA ZAIA PER SBLOCCARE IL CARBONE CONTRO IL CONSIGLIO DI STATO.
Inoltre nel documento che vede come primo firmatario Giovanni Favia si denuncia il trucco utilizzato dalla Regione Veneto a guida leghista per aggirare una sentenza del Consiglio di Stato che aveva bocciato la riconversione a carbone. "La legge regionale veneta n. 36/1997 istitutiva del Parco del Delta del Po, dettava le linee guida per la creazione del Parco Regionale del Delta del Po in quella Regione. Al suo articolo 30 che l'attuale amministrazione della Regione Veneto intende modificare, si afferma in particolare al comma a) che "all'interno del Parco del Delta per produrre energia è necessario utilizzare metano o combustibile di pari o inferiore impatto ambientale". "Modificando il comma a) dell'articolo 30, la Regione Veneto di fatto spianerebbe la strada alla riconversione a carbone della centrale Enel Spa di Porto Tolle-Polesine Camerini, assecondando i progetti presentati da Enel Spa e creando notevoli ricadute negative sia per i territori della pr ovincia di Rovigo anche per i vicini territori delle province di Ferrara e Ravenna" continua la risoluzione. Il tutto contro "il Consiglio di Stato che con una sentenza emessa in data 10 maggio 2011 dando ragione ai ricorrenti (comitati ed associazioni ambientaliste) ha confermato l'impostazione definita nel comma a) dell'articolo 30 che la Regione Veneto intende modificare, in quanto è facilmente dimostrabile, anche utilizzando le normative europee, che il carbone inquina più del metano.

"Casoni cavane e colauri del Delta del Po

Cari amici,
Vi invito ad una nuova proposta per
venerdì 15 luglio,
"Casoni cavane e colauri"
si tratta di una pedalata tra lagune e valli da pesca
con la possibilità (cosa assai rara) di entrare in una valle da pesca
un'iniziativa promossa dall'assessorato al turismo della provincia di Rovigo,
nell'ambito di un progetto regionale,
rivolto a tutti quelli che amano muoversi in bicicletta,
è una bella occasione per passare
un pomeriggio all'aria aperta nell'incantevole
atmosfera del Parco del Delta del Po.

Vi aspettiamo numerosi.

Lo staff di
AQUA
servizi turistici e ambientali




sabato 9 luglio 2011

Gli Aironi del Delta del Po


Dei nove aironi che frequentano il Delta del Po il Tarabusino (Ixobrychus minutus) è il più piccolo di questi.
Vive principalmente nei canneti ai margini di fiumi o stagni, si mimetizza rimanendo immobile con il becco rivolto all’insù a imitare le canne circostanti. ll Tarabusino è un migratore, che abita le nostre zone umide da aprile a settembre, per poi ripartire dopo la riproduzione alla volta dell’Africa sub-sahariana. Questa specie ha sofferto in maniera grave delle devastanti siccità che si sono susseguite negli ultimi 30 anni nella zona del Sahel e dell’incalzante fenomeno della desertificazione. Sembra, infatti, che il Tarabusino si faccia l’intera migrazione (attraversamento del Mediterraneo e del Sahara) in un unico volo, tutta d’un fiato. E, in questa condizione, 500 chilometri in più di deserto da attraversare possono rappresentare un fattore decisivo per la sopravvivenza. Nella foto una coppia “beccata” in un momento di relax in una zona del Delta.
Clicca sulla foto per ingrandire.

martedì 5 luglio 2011

Carbone: preistoria della tecnologia



Carbone: preistoria della tecnologia
inquinanti nell’aria, scarsa occupazione, aumento di CO2: questi i rischi del carbone.


12 luglio 2011
ore 17.00
Auditorium Venezze
Rovigo


Legambiente, Italia Nostra, Greenpeace, Wwf e Comitato “Cittadini Liberi” di Porto Tolle, insieme alle categorie economiche dell’agricoltura e del turismo, si battono contro la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Polesine Camerini giudicando “preistoria della tecnologia” la produzione di energia elettrica da carbone.
Non è il nostro l “ambientalismo del NO”, come comodamente viene indicato dai sostenitori del carbone, così come fino al 13 giugno avevano fatto i nuclearisti.
Uno sviluppo realmente sostenibile è capace di assicurare forniture energetiche, occupazione e mantenere buoni livelli di benessere utilizzando prevalentemente fonti rinnovabili.
Di fronte al ricatto di Enel “o carbone o niente”, di fronte alla resa a tale ricatto da parte di tanti in Polesine, intendiamo mostrare la fattibilità tecnica ed economica delle alternative.
Invitiamo il mondo politico, sindacale e civile ad un incontro finalizzato a ristabilire alcune verità sul progetto di riconversione della centrale di Polesine Camerini ed esporre le proposte del mondo ambientalista riguardo nuove strategie di sviluppo, esponendo l’analisi dei diversi scenari possibili.

Contribuiranno alla discussione gli interventi di:
• Matteo Ceruti - Legale delle Associazioni Ambientaliste, Italia Nostra
• Massimo Scalia – docente di Fisica Matematica alla Università La Sapienza Roma

Per le associazioni:
Stefano Ciafani – Responsabile Nazionale Ufficio Scientifico Legambiente;
• Eddy Boschetti – Presidente Wwf Rovigo;
• Alessandro Gianni’ coordinatore campagne GreenPeace


Modera l’incontro Nicola Cappello – Giornalista de Il Resto del Carlino

Sono stati invitati le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL,
rappresentanti politici provinciali e regionali,
parlamentari delle Commissioni Ambiente e Sviluppo Economico.

lunedì 4 luglio 2011

Consigli naturali di luglio















Clicca sull'articolo per ingrandire. Ciao.