lunedì 11 luglio 2011

Carbone nel Parco del Delta del Po ?

L'Emilia Romagna segue il MoVimento ed è pronta a far muro contro i deliri di Lega e Pdl.



"Incredibile, anziché andare avanti qui torniamo indietro"
- dice Giovanni Favia, Consigliere del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna - "tanto indietro da risalire ai tempi della prima rivoluzione industriale: a Porto Tolle Enel intende riconvertire la sua centrale ad olio combustibile in una centrale a carbone da 1960 MW! È un segnale sconfortante di come nel campo dell'energia si continui a guardare al passato anziché al futuro. Ma, ovviamente, la preoccupazione è grande anche per le pesantissime ripercussioni sulla qualità dell'aria nella zona. Sappiamo tutti che la Pianura Padana è già oggi una delle zone più inquinate d'Europa, senza bisogno di una nuova fonte di smog" - continua Favia - "Anche se la centrale sorge su territorio della Regione Veneto, certo non possiamo sperare che i fumi inquinanti si fermino sulle sponde del Po ed interessa anche i vicini territori della provincia di Ferrara e Ravenna in primo luogo. Per questo ci sentiamo di dover sollecitare un intervento del Presidente Vasco Errani, che è anche Presidente della Conferenza Stato-Regioni" - conclude Favia - "perché si faccia portatore di una richiesta lungimirante di investimenti nel Parco del Delta del Po che siano orientati allo sviluppo del turismo, dell'agricoltura e della pesca nel massimo rispetto dell'ecosistema della zona e della sostenibilità delle attività." Una risoluzione per impegnare la Regione in sede di conferenza Stato-Regioni a fermare il folle progetto di riconversione a carbone a Porto Tolle è stata presentata da Giovanni Favia (Movimento 5 Stelle) ed è stata sottoscritta anche dai colleghi Monari (Pd), Barbati (Idv), Meo (Verdi), Naldi (Sel) e verrà posta in votazione nella seduta in programma martedì e mercoledì.
LA RISOLUZIONE
In particolare la risoluzione del Movimento 5 Stelle sottoscritta anche dalla maggioranza di centrosinistra chiede di "esprimere la netta contrarietà della Regione Emilia-Romagna al progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, attivandosi in tal senso in ogni sede competente a proporre un piano alternativo per lo sviluppo economico della zona, rilanciando turismo, agricoltura e pesca, cercando quindi di preservare l'ecosistema del Fiume Po e la qualità dell'aria senza danneggiare, e anzi favorendo, le attività economiche". Si chiede inoltre di " investire esclusivamente, nell'area del Parco del Delta del Po, sulla produzione energetica da fonti rinnovabili non combustibili e soprattutto non fossili".
IL TRUCCO DEL LEGHISTA ZAIA PER SBLOCCARE IL CARBONE CONTRO IL CONSIGLIO DI STATO.
Inoltre nel documento che vede come primo firmatario Giovanni Favia si denuncia il trucco utilizzato dalla Regione Veneto a guida leghista per aggirare una sentenza del Consiglio di Stato che aveva bocciato la riconversione a carbone. "La legge regionale veneta n. 36/1997 istitutiva del Parco del Delta del Po, dettava le linee guida per la creazione del Parco Regionale del Delta del Po in quella Regione. Al suo articolo 30 che l'attuale amministrazione della Regione Veneto intende modificare, si afferma in particolare al comma a) che "all'interno del Parco del Delta per produrre energia è necessario utilizzare metano o combustibile di pari o inferiore impatto ambientale". "Modificando il comma a) dell'articolo 30, la Regione Veneto di fatto spianerebbe la strada alla riconversione a carbone della centrale Enel Spa di Porto Tolle-Polesine Camerini, assecondando i progetti presentati da Enel Spa e creando notevoli ricadute negative sia per i territori della pr ovincia di Rovigo anche per i vicini territori delle province di Ferrara e Ravenna" continua la risoluzione. Il tutto contro "il Consiglio di Stato che con una sentenza emessa in data 10 maggio 2011 dando ragione ai ricorrenti (comitati ed associazioni ambientaliste) ha confermato l'impostazione definita nel comma a) dell'articolo 30 che la Regione Veneto intende modificare, in quanto è facilmente dimostrabile, anche utilizzando le normative europee, che il carbone inquina più del metano.

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