domenica 22 febbraio 2009

Carnevale a Venezia

Dopo aver passato la notte nella mia residenza veneziana



decido al mattino di recarmi in piazza per il solito aperitivo. Superata la bolgia di piazza S.Marco gremita di plebe in preda alla febbre carnevalesca,



supero spavaldamente anche i giapponesi che si presentano in gondola con il tipico grido di meo meo



mi ritrovo poi, successiamente, a dover fare i conti anche con la giustizia, nelle vesti del contr-etilometro.



Alla fine, dopo l'aperitivo, riesco anche nel mio secondo intento, catturare lo sguardo di qualche fanciulla,









non senza fatica, si sà, ogni cosa ha il suo prezzo.

lunedì 16 febbraio 2009

Notizie.



Notizie varie, belle e brutte, che voglio condividere con gli amici che assiduamente visitano il blog del Delta del Po. Amici che la pensano come me, ma anche no. Con un clik sul titolo vai al link della notizia.

Zone umide in drastico calo. Cosa sono, la loro funzione nella globosfera. Notizie correlate:La tabella con il valore economico di un ettaro di una zona umida; La Convenzione internazionale sulla biodiversità

Olio di palma : ecco come distruggere migliaia di ettari di foresta ricca di biodiversità per non produrre nulla e far contenta qualche multinazionale del petrolio.

Siluro, inquietanti confidenze. Chi lo ha liberato nel Po e chi lo traffica con nefaste conseguenze sulla salute altrui.

Gli abitanti degli oceani polari , le foto di piccolissimi esseri scoperti di recente.

In foto un classico ambiente del Delta del Po: una valle da pesca invasa da centinaia di folaghe.

martedì 10 febbraio 2009

Il grande fratello

Il Po è in piena, per la quarta volta in pochi mesi.



A me fa un certo effetto, guardarlo e ascoltarlo in questi giorni, vederlo scorrere così turbolento, veloce e brontolone, a differenza di mille altre volte, quando lo navigo in primavera o in estate, in intima tranquillità, quando le onde provocate dalla motonave sembrano scuotere la sua sonnolenza.
E’ strano che in questi giorni nessuno ne parli, nessuno gli degni uno sguardo o solo un pensiero, anche se il 1951 è oramai un passato molto remoto. Forse questo grande fratello, amato e odiato, temuto e rispettato è stato sostituito da uno più giovane, televisivo, ricco di emozioni preconfezionate facilmente assimilabili seduti in poltrona...



… o forse le rive del Po sono troppo fredde ed io da troppo tempo vivo in un altro pianeta, dovrei scendere più spesso nella Terra.

Foto 1 "L'attracco fluviale di Taglio di Po"
Foto 2 "Cartelli di rimando nel Po di Goro"

giovedì 5 febbraio 2009

Enogastronomia del Delta: la trippa.


Vento, piova e colera che taca, bastaaa!!! dov’è finito il sole? Cielo grigio, gente grigia, umore grigio, il mio, mejo tirarse su con un piattin de trippa.
La trippa, così, come la fa la mia mamma, che bona!
Sempre dal vostro macellaio di fiducia (se ne avete uno) prendete un chilo – un chilo e mezzo di trippa precotta rigorosamente NON SURGELATA altrimenti non la mangia neanche il gatto da cui il noto detto “non c’è trippa per gatti”.
La trippa la si taglia a listerelle larghe al massimo 2 centimetri, anche l’occhio vuole la sua parte, se è più larga mi viene il nervoso e non la mangio e mia mamma me la taglia anche più fina.
La trippa così tagliata la si mette in una terrina e la si sommerge di acqua fredda e vino bianco, metà e metà con i suoi odori: rosmarino, aglio, salvia, alloro nella giusta proporzione, quale sia non si sa, ma deve essere proporzionata. La trippa deve rimanere a bagno in questa soluzione per almeno un paio d’ore.
Intanto si prepara un bel soffrittino con una mezza cipolla e, svelando i trucchi, due scalogni, due gambi di sedano verde, due carotine, (il tutto tagliato finemente) poi si aggiunge ancora uno spigolino d’aglio e rosmarino, ma questi non vanno soffritti.
Passate le due ore e quando il soffritto e pronto si tuffano le trippe opportunamente scolate, togliendo gli aromi utilizzati che vanno buttati.
Si fanno andare le trippe a fiamma viva in maniera tale da far evaporare il tipico odorino di trippa rimescolandole continuamente, quando l’odore diventa più gradevole sempre a fiamma viva si aggiungono tre bicchieri di vino bianco da far evaporare in un quarto d’ora circa.
Quando il vino è evaporato quasi completamente si aggiunge fino a coprire acqua calda con un due – tre cucchiai di passata di pomodoro, il sugo non deve diventare rosso ma rosa, a questo punto la si lascia cucinare con una leggera ebolizione per due ore e mezza, aggiungere acqua calda se si asciuga troppo.
A fine cottura aggiungere due manciate di grana padano e amalgamarlo per benino con una bella girata di mestolo. Sale e pepe a discrezione del cuoco/a.
Nel piatto io aggiungo ancora grana e me la mangio con delle belle fette di ciabatta polesana calde e croccanti.
Vino consigliato il rosso purchè veneto, magari un bel ripasso di Valpolicella Superiore, … giusto per far ritornare il sorriso.