martedì 28 agosto 2007

Tutto ha un limite.


All'ombra, arieggiato e con una bella vista sulla campagna e soprattutto alla larga dal mio "ferocissimo" cane da gurdia, proprio un bel posto per schiacciare un pisolino.
E' la mangiatoia invernale per cince, merli, passeri e derivati, diventata da un pò di tempo attico estivo di Alfio, il mio gatto, non proprio mio, non amo molto i gatti, diciamo il gatto di casa o meglio il gatto che gira per casa, ... principalmente all'ora di pranzo o cena.
Alfio non cattura un bel niente, è un maschio, non cattura topi (ce ne sarebbe bisogno), non preda piccoli di uccelli, lucertole o altro, niente, niente di niente, magna a sbaffo e basta, e adesso si è appropriato anche della mangiatoia ... non si può!
Lascio passare l'estate e poi intorno alla mangiatoia, appena comincio a rifornirla, creo un campo minato con tanto di filo spinato avvolto nel palo ... ... non si pùò ... tutto ha un limite.

Blog Action Day

Cresce in progressione veloce l'adesione al Blog Action Day previsto per il 15 Ottobre prossimo.
Per la prima volta un numero enorme di blog si coordinerà e in uno stesso giorno pubblicherà un post sul tema "Ambiente".
L'enormità della minaccia all'ambiente e le sue spaventose conseguenze non hanno lasciato dubbi ai promotori, che sono interessati a verificare la forza dell'impatto coordinato della blogosfera.
Il tema è decisamente trasversale, essendo che l'istinto di sopravvivenza precede la dimensione politica e che la noncuranza sui problemi ambientali non allarma meno di quello che nasconde.
E' cosa buona e giusta che anche i blogger facciano quello che possono per far sapere che ci stiamo mangiando il pianeta. Bussate al
banner qui sotto o semplicemente ricordatevi del 15 ottobre.

domenica 26 agosto 2007

Ancora sull’energia …


Liberarsi dalle scorie, di Mario Tozzi.

Entro il 2020 dovrebbe essere completato il primo deposito al mondo in grado di ospitare scorie nucleari in via definitiva. A Olkiluoto, in Finlandia, saranno ospitate per cominciare 5500 tonnellate di scorie, provenienti dalle quattro centrali nucleari di quel paese, uno dei pochi che progettano ancora di costruire nuove centrali, il deposito dovrebbe essere costruito oltre 500 metri sotto terra, ben all’interno del basamento di rocce granitiche che compone lo scudo geologico scandinavo: niente terremoti, né vulcani, né frane, né alluvioni.
Nel sito scelto i graniti sono privi delle fratture e delle spaccature che, in genere, li pervadono. Ma l’acqua c’è: perciò le scorie saranno sepolte in contenitori di un metro di diametro, alti 50 metri e spessi 50 centimetri, costruiti interamente in rame. Una volta confinate le scorie, oltre 300 mila tonnellate di roccia mista a cemento dovrebbero sigillare il sarcofago. Ma via via che procederà lo scavo, studi successivi verificheranno se le caratteristiche dei terreni sono soddisfacenti: cioè si saprà solo alla fine se la cosa funziona davvero. Insomma non esiste ancora una soluzione definitiva e sicura per il problema delle scorie radioattive. Gli Stati Uniti, con 103 centrali in funzione (su 123 originarie) hanno accumulato 30 mila tonnellate di barre di combustibile e 380 mila metri cubi di altri rifiuti ad alto rischio di radioattività. Il progetto è di seppellire a Yucca Mountain, nel deserto occidentale, a qualche centinaio di metri di profondità, in rocce vulcaniche comprese fra i 11 e 13 milioni di anni: un contesto geologico indubbiamente stabile, al riparo da uragani e alluvioni, che dovrebbe garantire la sicurezza per 10 mila anni. Eppure la realizzazione del deposito è tuttora in dubbio. In Giappone si cerca un sito per seppellire le scorie lontano dalle regioni vulcaniche e fuori dal raggio di interferenza con falde acquifere; nell’Europa continentale si punta a formazioni granitiche all’interno degli antichissimi “scudi” (le parti originarie e stabili dei frammenti continentali più antichi), o a miniere di salgemma dimesse, in aree non toccate da terremoti e vulcani. In tutti i casi le soluzioni non sembrano essere definitive, a maggior ragione in paesi in cui i rischi naturali sono elevati.
Di recente il grande chimico britannico James Lovelock ha sorpreso molti indicando nell’energia nucleare l’unica soluzione per il futuro dell’umanità. I vantaggi dell’atomo sarebbero chiari: mancanza di emissioni inquinanti, grandi quantità di uranio a disposizione, presunta innocuità (a meno di errori umani). Ma il problema delle scorie naturali non ha ancora ricevuto una risposta definitiva. In quali lingua dovremmo scrivere “Attenzione, non avvicinatevi!” nei pressi di un deposito di scorie radioattive, visto che popoli e linguaggi possono sparire molto più in fretta di 10 mila anni?

Tratto da National Geographic – marzo 2007 –

Mario Tozzi, geologo, è primo ricercatore IGAG/CNR

venerdì 24 agosto 2007

Ricatti energetici


E’ un incubo ogni volta.

Cos’è quella?

- E’ la centrale termoelettrica di Polesine Camerini.

Come funziona?

- Ma lo dice la parola stessa: termo – elettrica, quando gli abitanti del Delta accendono i termi delle loro abitazioni, producono vapore che aziona le turbine della centrale che a sua volta producono energia elettrica … … …

Ma inquina?

- Si molto, perché noi nel Delta usiamo per scaldarci le peggiori porcherie derivate dal petrolio, anche da quello usato, tanto che è stata chiusa e i dirigenti sono accusati di disastro ambientale…

E allora spiego come stanno le cose: quanto produce (o meglio produceva: 8% del fabbisogno nazionale) quando e come è stata costruita (25 anni fa e da anni non fanno più manutenzione), il perché e il per come della sua esistenza ( negli anni 70 quando è stata costruita nel Delta non c’era nulla, tanto meno sbocchi occupazionali), i motivi della sua possibile totale chiusura (è vecchia e controproducente per l’ENEL stessa) e del suo funzionamento in deroga. La deroga è un permesso statale che da la possibilità a l’ ENEL di far funzionare una centrale inquisita, accusata e condannata per disastro ambientale, il tutto solo per non causare un black-out nel paese. Il PM di Rovigo Manuela Fasolato sta lavorando per indagare e accusare i responsabili ENEL anche di omicidio colposo per via delle malattie mortali che ha causato in zona.

A questo punto mi si avvicina un qualcuno di turno:

Scusi ma questi sono discorsi da verdi!

- No guardi non sono un verde ….

Si dai, da ambientalisti!

- Mi spiace , lei si sbaglia non sono un ambientalista, sono una Guida Naturalistica, ma soprattutto un cittadino del Delta costretto a respirare aria inquinata per la produzione di “benessere” per altri. Cosa ne pensa se ne costruiamo una vicino a casa sua?

Ma fate tutti questi discorsi , da qualche parte le centrali elettriche, bisogna pur farle, vuole che torniamo all’età della pietra? L’energia elettrica la usiamo tutti e ci serve e ne usiamo sempre di più, frigoriferi, tv, telefonini da ricaricare, pc in continuo funzionamento, condizionatori, ecc … l’energia ci serve é indispensabile, non si può tornare indietro.

Ecco dove cade l’asino, su queste ipocrite menzogne che ci vengono quotidianamente distribuite e che ci terrorizzano all’idea di dover tornare indietro, al lume di candela e al cibo conservato in ghiacciaia, dormire o meglio cercare di dormire con 35 gradi in casa, telefonare dalla cabina e scrivere lettere a mano.
Ma dai !!!
Al giorno d’oggi elettrodomestici e lampadine consumano sempre meno, caricare un telefonino o un’ora di pc è un’inezia, sarà mica il condizionatore di qualche anziano che vive in un appartamento del c…. con isolamenti zero dove che se fuori sono 30 gradi in casa ne ha 40 e se non si rinfresca tira un s’ciopone?
No signori scusate, queste sono balle, questo è terrorismo indotto dall’informazione guidata e manipolata ad arte, un cappio, un ricatto, una menzogna, una scusa per costruire nuove centrali e mantenere quelle vecchie e obsolete.
L’energia elettrica non la consumiamo noi cittadini e tanto meno con quello che costa la sprechiamo. Provate a guardare una bolletta di 10 anni fa e verificatela con una attuale, il nostro consumo è sempre quello, forse qualche Kw in più ma non più di tanto, la cifra naturalmente è triplicata.
La continua e aumentata richiesta di energia elettrica, così come pure lo spreco non arriva da noi, come vogliono farci credere, la vera richiesta e lo spreco arriva dalle industrie, dai centri commerciali, dai megauffici delle banche, dalle multinazionali.
Un piccolo esempio?
Il centro commerciale “Il Porto di Adria” come altri innumerevoli centri commerciali italiani, di notte tiene accesi almeno un centinaio di lampioni per illuminare parcheggi completamente vuoti, di giorno l’aria condizionata va a manetta per refrigerare quattro allupati che girano all’interno degli stessi che non comprano un bel nulla… un giretto giusto per un aperitivo, per binocolare commesse e qualche sposa che fa la spesa… Ma dai n’demo, valà…
L’energia non serve a noi, ce ne basta poca per vivere felici, sono altri che la consumano e la sprecano per i loro interessi e guadagni, vogliono farci sentire in colpa anche se siamo noi che ne facciamo le spese sia in termini economici e ancor peggio di salute, per cui capitemi se esterno queste cose, questo è il mio parere, e se non siete d’accordo, … occhio ai fulmini!!

lunedì 6 agosto 2007

Adria capitale del Delta?



Questo post è più che altro un cazzeggio estivo, giusto per scrivere qualcosa, ma veniamo al dunque.
L'attuale capitale del Delta, universalmente riconosciuta è Comacchio, bella, niente da dire, anche lei come Adria avrebbe bisogno di una maggior cura per quanto riguarda l'arredo urbano e la pulizia, comunque bella considerando anche il numero annuale di turisti, oltre ad ospitare da tre anni la più importante e unica fiera nazionale del birdwatching rinomata anche a livello europeo. Comacchio viene chiamata anche la piccola Venezia, ma non ditelo ai comacchiesi, ai "comances", visto che in tempi passati Comacchio fu saccheggiata e incendiata non meno di tredici volte dai veneziani con l'accusa di contrabbando di sale, ma i motivi non erano proprio questi.
Comacchio come Adria vanta origini etrusche, nasce prima di Adria ma altrettanto prima viene abbandonata per via dei rami del Po (l'allora Olana se non sbaglio) che si spostarono più a nord fino ad arrivare nei pressi di Adria dove i Greci incontrarano gli Etruschi e per almeno tre secoli tra questi due popoli ci furono pacifici scambi commerciali.
Attaulmente Adria con la mostra dei "Balkani" (vedi post precedente) sta vivendo il suo momento di gloria e ancor più l'ha raggiunto venerdi scorso 3 agosto 2007 con "La notte bianca" che a detta dell'organizzazione (Adriashopping) ha visto la bellezza di 30.000 presenze che a mio parere è un'enormità, ma a fare la metà è sempre un bel numero per un paese che con le frazioni fa poco meno di 20.000 abitanti. Do pertanto un'altro puntino ad Adria nella sua corsa ad aspirante capitale, da poco poi anche il direttore, anzi la direttrice, dell'Ente Parco Delta del Po Veneto è adriese, al momento questo punto non è assegnabile, vedremo in futuro. Ma cinque bei puntini li assegno per la nostra fontana sul Canal Bianco, bella, spumeggiante, colorata di sera e soprattutto non consuma aqua (errore voluto, si tratta di pubblicità occulta).
Prossimamente inserisco due sondaggi, uno su "Adria capitale del Delta" e uno sulla "Fontana" dato che a tutti gli adriesi non piace, ma si sa "chi gà pan non gà denti"....