Continuo a pensare, unendomi a un coro sempre più grosso di no, che il ramo cittadino del Canal Bianco ad Adria non sia il luogo più ideale per fare vivere degli animali come i cigni reali, non mi pronuncio su quelli neri. Anzi, si, ci ripenso e riporto il parere dell’ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale) riguardante l’impatto sulla biodiversità causata dall’uomo nel momento in cui introduce animali esotici in un qualsivoglia ambiente che non sia quello di origine.
“Sebbene nell’Europa continentale la specie non sia ancora da considerare naturalizzata, il caso della Nuova Zelanda deve essere considerato come esempio di quanto potrebbe accadere qualora la specie riuscisse ad insediarsi e a diffondersi. Qui infatti, in seguito ad una serie di immissioni iniziate intorno al 1864, si è assistito ad una rapida acclimatazione della specie e ad una vera e propria esplosione demografica, tanto che già nel 1906 erano presenti migliaia di individui ampiamente distribuiti su laghi ed estuari; nel 1980 sono stati stimati 60.000 soggetti (Marchant e Higgins 1990).Considerato l’elevato livello di gregarismo della specie, il problema principale che si può riscontrare in seguito alla naturalizzazione del Cigno nero è soprattutto la competizione con altri taxa di Anseriformi autoctoni (Lever1994). L’osservazione di coppie miste con Cygnus olor lascia ipotizzare anche l’insorgenza di problemi di inquinamento genetico delle popolazioni di Cigno reale presenti in Europa (Snow e Perrins 1998a).Come tutti gli Uccelli appartenenti all’ordine degli Anseriformi, rappresenta un ospite naturale, asintomatico, di influenza aviaria, importante infezione soggetta ad eradicazione a norma U.E. nel pollame domestico”
Ma ciò che ho visto, e documentato con le foto di seguito riportate, mi convincono ancor più nel mio parere e in quello di tanti altri: “Liberate quelle povere bestie”.
In questa foto un cigno vuole mangiarsi una corda, probabilmente scambiata per una pianta acquatica di cui, in genere, questi uccelli si nutrono.
Però non va giù!
Dopo un buon 30 minuti di lotta per liberarsi dall’ingombro, un compagno cerca di rubare la “preda”
nel più bello e cioè quando dal becco del cigno ingordo escono altri 30 centimetri di corda, si scarica la batteria della fotocamera, ma la preda viene rubata… Mi vien da pensare però che sia stato un vero e proprio atto di aiuto in quanto nè il compagno cleptoparassita nè gli altri individui vicini hanno poi dimostrato interesse per la corda.
Per questa volta gli è andata bene.
Aggiungo quanto segue tratto da “Il comportamento degli uccelli d’Europa” di A. Gariboldi e A.Ambrogio riporto alcune righe riguardanti il Cigno reale:
….Durante la stagione riproduttiva, dopo le vistose parate nuziali che rinsaldano i legami (sono monogami ndr), la coppia si apparta e difende tenacemente il territorio all’interno del quale costruirà il nido (di solito su mucchi di canne o isolotti circondati dall’acqua o prati allagati). In particolare il Cigno reale in primavera è molto aggressivo e può difendere territori molto estesi (oltre 6 ettari) (60.000 metri quadrati, ndr) attorno al nido , scacciando non solo conspecifici ma oche, anatre, folaghe e in alcuni casi attaccando canoisti e altre piccole imbarcazioni”…
Clicca sulle foto per ingrandire.
Nessun commento:
Posta un commento