Agli Ibis eremiti del progetto Walrappteam piace il Polesine e il Delta del Po
A pochi mesi di distanza gli Ibis eremiti si fanno rivedere in Polesine questa volta nel Delta del Po. Dopo l'avvistamento in foto avvenuto in Alto Polesine nel giugno di questa'anno di due individui
(Fabrizio Borghi ph.)
un'altro esemplare è stato avvistato in questi giorni in una zona del Delta del Po.
(ph. Elisabeth Merli, guida naturalistica ambientale).
Riporto questo post del settembre 2005 tratto dal blog dell'ornitologo ferrarese Menotti Passarella.
Si cercano occhi attenti per avvistare Ibis eremiti e dare una mano a scongiurare l’estinzione di una specie di uccelli ormai rarissima. L’appello è del Wwf Italia, che ha collaborato con la sua oasi di Orbetello a un progetto sperimentale condotto dal gruppo austriaco Walrappteam per reintrodurre in natura degli Ibis eremiti (Geronticus eremita) nati in cattività. Il 20 maggio gli Ibis, con tutta probabilità, sono partiti verso il Nord e i ricercatori hanno bisogno di aiuto per verificare che abbiano imparato la strada. Agli uccelli è stato possibile applicare solo dei trasmettitori che inviano segnali radio a terra, perché quelli satellitari sarebbero stati troppo pesanti. Il raggio di ricezione dei radio trasmettitori non è ampio, per cui i ricercatori hanno bisogno delle segnalazioni di tutti per seguire il volo degli ibis, in modo da verificare passo passo i loro spostamenti. La rotta che hanno percorso nel viaggio autunnale, seguendo l’aereo, passa su Tuscania, Perugia, Sansepolcro, Sant’Arcangelo di Romagna, Delta del Po, Lido di Venezia, Udine e infine l’Austria. Individuare gli Ibis non è difficile: sono neri, hanno un lungo becco rosso e pesano circa 1,2 chilogrammi e hanno un’apertura alare di circa un metro. Ogni esemplare è dotato di anelli colorati alle zampe, di un microchip e di una radio trasmittente. Assomigliano un po’ ai cormorani e volano in formazione a “v”. Gli ibis allevati dall’uomo sono fortemente legati ai loro genitori adottivi. Sono perfettamente in grado di distinguere le persone note da quelle sconosciute, che fanno avvicinare fino a circa 10 metri di distanza.
Chi li si avvista può chiamare il Wwf Italia (06 84497357) oppure mandare una mail al sito del gruppo austriaco Walrappteam (in tedesco e inglese) c’è anche un modulo da riempire per gli eventuali avvistamenti, che verranno puntualmente registrati. “Non abbiamo loro notizie dal 20 maggio -spiega il responsabile del progetto, Johannes Fritz – l’ipotesi più probabile è che abbiano iniziato la migrazione, ma non è escluso che si siano solo spostati nei paraggi, alla ricerca di cibo. Gli ibis adulti iniziano il viaggio verso Nord ai primi di aprile, in tempo per la riproduzione, ma questi sono ancora giovani e potrebbero aver ritardato la partenza”. “A seconda delle condizioni del tempo – prosegue il biologo – gli Ibis percorrono dai 50 ai 100 chilometri al giorno, se sono nel pieno della migrazione anche 200. Sappiamo in ogni caso dove dovrebbero tornare se hanno imparato la strada, alla nostra oasi di Scharnstein, nel Nord dell’Austria”. Il progetto per la reintroduzione dell’Ibis eremita in Europa è ambizioso: questi uccelli sono scomparsi sul continente fin dal Medioevo e sopravvivono in natura solo sulla costa atlantica del Marocco. Proprio qui, nel Parco Nazionale di Souss Massa, dal 1998 è in atto un programma per lo studio dell’ultima colonia di ibis eremita e la salvaguardia della specie.
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