Pubblicato su 23 settembre 2012 da INFOSANNIO
La pianura Padana è, in Europa, una
delle zone a più alta concentrazione industriale.
Ha una forma a conca tra le Alpi e gli Appennini e questo favorisce,
purtroppo, la raccolta e la stagnazione di polveri inquinanti.
Osservandola dall'alto corrisponde ad una nuvola nera che ha i confini
della conca stessa.
Questa nuvola chiusa nella valle del Po e' spessa 500 metri ed e'
composta di sostanze altamente nocive: nitrati, solfati, ozono, anidride
carbonica e black carbon (dati CNR).
Il black carbon viene prodotto nei processi di combustione
e particelle ultrafini (nell'ordine di un micron, un milionesimo di
metro) estremamente nocive a salute e ambiente.
Si manifesta sotto forma di nube scura che toglie parte dell'irragiamento
solare, il 10 % circa, alla pianura Padana e quella parte che non arriva al
suolo rimane intrappolata in atmosfera contribuendo al global warming, il
riscaldamento globale.
La maggior produzione di inquinanti da combustione deriva da industrie,
traffico, riscaldamento e, ovviamente, si verifica durante l'inverso e in
periodi di siccita' prolungati.
Si pagano in termini di danni alla salute scelte economiche passate e
presenti che non hanno mai considerato fondamentali questi aspetti.
E il problema e' che in uno scenario di sviluppo industriale globale si e'
pure ridotta la capacita' di intervenire sul problema
Sarebbe opportuno rivedere ogni decisione economico-energetica valutando
con attenzione massima, oltre alle ricadute positive in termini economici, le
ricadute negative negli ambiti sanitario e ambientale che, quasi sempre, vanno
ad annullare ogni effetto positivo.
A tutto cio' si aggiunge un altro fattore negativo: c'e' sovente la
tendenza a tenere stagni i comparti tra situazione e situazione, specialmente a
livello istituzionale.
Si tende a fare dei distinguo sulla natura o la portata delle strutture che
creano inquinamento, atteggiamento che non giova alla visione complessiva
delle cose.
Non è pensabile, ad esempio, dire no ad una centrale a carbone e dire si
alle biomasse.
Oppure opporsi alla realizzazione di un cementificio e essere indifferenti
se non addirittura favorevoli in merito alla costruzione di un nastro
autostradale.
Anche la goccia nel bicchiere già colmo lo fa tracimare.
Una valutazione d’insieme che offra con chiarezza l’mmagine dei vantaggi e
dei rischi rispetto a tutto ciò che viene calato sui territori e' condizione
minimale per poter iniziare un ragionamento.
Sempre che si voglia ragionare.
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