Della serie " Se vi piace sparare agli uccelli, sparate al vostro!"
Addio alla caccia in deroga. Il Dipartimento per le Politiche Europee
certifica l'illegittimità della delibera regionale. Zanoni (IdV): “Messa la
pietra tombale sulla caccia in deroga 2012-2013. Salvi milioni di uccelli
migratori. Trionfo della legalità”.
"La caccia in deroga in Veneto e Lombardia è morta. Sottratti dalle grinfie
della lobby dei cacciatori milioni di uccelli migratori, come il fringuello e
la peppola, che finalmente sono passati incolumi sui cieli di Veneto e
Lombardia. Le Regioni imparino d'ora in poi a rispettare le normative nazionali
ed europee". E' il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, alla lettera
inviata dal Dipartimento per le Politiche Europee al Presidente della Quarta
Commissione consiliare del Veneto sulla caccia in deroga (VEDI SOTTO) che
sancisce definitivamente l'illegittimità della caccia in deroga rispetto alle
normative europee. "Dopo gli avvisi della Commissione europea, arriva nero
su bianco la bocciatura del Ministero italiano".
Zanoni: “La bocciatura del Dipartimento ministeriale si aggiunge nell'ordine a
quello del Commissario Ue all'Ambiente Janez Potocnik, della Direzione Generale
dell'Ambiente della Commissione europea, del Procuratore della Corte dei Conti
di Venezia nonché ai miei solleciti basati su interrogazioni parlamentari e
pareri chiesti a Bruxelles. La Regione Veneto ha sbattuto il muso sul muro
della legalità e si è vista bocciare la caccia in deroga da tutte le
istituzioni nazionali ed europee. Zaia e compagni imparino a rispettare la
legge invece che accontentare i pruriti della lobby ingorda dei cacciatori. I
cacciatori, poi, prendano atto di pendere essere stati presi in giro da chi
andava raccontando loro che la caccia in deroga era legittima e rispettosa
delle normative europee”.
BACKGROUND
Il Dipartimento per le
Politiche europee italiano ha scritto una lettera al Presidente della Quarta
Commissione consiliare del Veneto (VEDI ALLEGATO) sottolineando che il progetto
di caccia in deroga presentato dalla Regione comporterebbe "un ricorso
alla Corte di Giustizia" e "la comminazione di pesanti sanzioni
finanziarie allo Stato membro". A titolo di esempio viene citato che
proprio in questi giorni, nel quadro di una procedura di infrazione in materia
di ambiente" l'Italia rischia una "sanzione pecuniaria consistente in
circa 56 milioni di euro di somma forfettaria e in una penalità di mora di
256.000 euro al giorno". Il Dipartimento prosegue che "le sanzioni
comminate finirebbero comminate all'Italia per gravare sul bilancio della Regione
Veneto potendo essere oggetto di rivalsa sulla Regione ai sensi dell'articolo
16 bis della Legge 11 del 2005". E poi ancora "va da sé che in tal
caso si prospetterebbero evidenti profili di responsabilità individuale
erariale dei soggetti cui sia imputabile l'adozione della delibera
suddetta".
Comunicato del 06 Novembre 2012
Ufficio Stampa On. Andrea
Zanoni
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