mercoledì 13 agosto 2008

Istria e riflessioni



Istria che meraviglia.
Ci vado da quattro anni e mi piace sempre più, anche se quest’anno alcuni fattori mi hanno portato alle riflessioni che seguiranno. La mia meta e Rakalj ex Castelnuovo d’Arsa sull’omonimo canale a 20 Km a Nord di Pola davanti al Quarnero da dove nasce il potente vento di Bora. Ho trovato straordinaria accoglienza in una casettina in cima ai monti da due simpaticissimi coniugi che affittano un paio di appartamenti e siamo diventati amici. Nadia è una cuoca eccellente, Riko parla 5 – 6 lingue, andiamo a pesca insieme, ovviamente io non prendo nulla, lui si. La vegetazione è di tipo mediterraneo con praterie di salvia miste ad elicriso che profumano l’aria di liquirizia, diverse specie animali non comuni dalle nostre parti, il mare è stupendo, il clima ottimo, non si suda, si incontrano pochissimi turisti, dove potevo andare via dalla paludi del Delta?

La cava.

Il primo anno era chiusa, inattiva, il secondo anno è ripresa una fiacca attività, aumentata fino a quest’anno tanto da veder partire due navi al giorno cariche di ghiaia e sasso molte destinate all’Italia, alcune si possono vedere attraccate anche nel Canale di Levante nei pressi di Cà Cappello nella zona del nuovo porto. Si stanno mangiando una piccola parte di Istria un piccolo paradiso, un tempo è toccato anche ai nostri Colli Euganei. Ma perché i governi permettono la devastazione dei loro territori, perché distruggiamo quello che la natura ha creato in millenni. Per il sasso e la ghiaia? Ghiaia per fare nuove strade in paesi ricchi dove farci correre sempre più macchine, ma correre dove? se nonostante le sempre più nuove e grandi strade che si costruiscono sono sempre più intasate tanto che attualmente a percorrere lo stesso tratto di una volta ci impieghiamo il doppio a volte il triplo di prima? di quando le strade non c’erano?




I muretti a secco.
Qualche anno fa ho fatto un viaggio di studio nel Delta francese in Camargue, la guida ci portò in un paesino della Provenza per farci vedere i muretti a secco che addirittura stavano ricostruendo, il muratore era calabrese e a loro sembrava di farci vedere l’oracolo, il progetto rientra in un piano di recupero e valorizzazione turistica di quella zona attraverso la visitazione dei muretti a secco e delle case costruite in sasso. In Istria i muretti a secco li trovi un po’ ovunque a delimitare le proprietà, sono secolari, sono parte integrante del paesaggio, della storia e della civiltà Istriana. Ecco, come da foto, come con un colpo di ruspa il tutto viene cancellato, per allargare e asfaltare una strada, per farci passare camion e auto che sempre più in fretta devono andare al quel c…. di cava.
Quanto mi piaceva quella strada bianca che porta in baia, dove si scendeva piano, lentamente tra i muretti a secco, con le ballerine bianche sopra ai muretti a caccia di insetti e i cardellini tra i cespugli di elicriso. Una sera ho trovato in strada, una piccola volpe agonizzante investita da un’ auto, che grazie all’asfalto, sfrecciando sempre più veloce non ha potuto o voluto evitarla, altri animali in futuro non avranno scampo. Questa io la chiamo devastazione autorizzata, agli abitanti locali hanno promesso una nuova marina con duecento posti barca che sorgerà al posto della cava quando questa avrà finito la sua attività, la nuova marina porterà turisti, posti di lavoro, soldi e benessere. Istriani, non fatevi ingannare, non costruiranno un bel niente, vi lasceranno una montagna mezza mangiata, una strada che non verrà mai più riasfaltata (come le attuali) e i muretti a secco rovesciati in ricordo dei bei tempi, di quando si stava meglio quando si stava peggio.

2 commenti:

RoDiFe ha detto...

Appena rientrato da Rakalj, posso solo dire che è ancora un luogo genuino e poco contaminato dal turismo di massa. Spero solo che resti così ancora a lungo.

Nicola Donà ha detto...

Concordo.