lunedì 5 gennaio 2009

Delta dall'alto

E’ con gusto e con diletto che mi cimento a proporre questa mia prima guida satellitare nel Delta del Po con l’aiuto di una serie d’immagini, quasi dei quadri dall’espressione astratta e geometrica. Le immagini sono tratte dal programma di Google maps , spero di non violare nessun diritto, se rischio di finire in galera fatemelo sapere.



In questi primi cinque “quadri” ho tratto alcuni modelli di gestione delle valli da pesca. Il sistema vallivo costiero è molto diffuso in nord adriatico (Friuli VG, Veneto, Emilia Romagna). Si tratta di un’antica pratica di gestione delle lagune interne atta all’allevamento e conseguente cattura del pesce che sfrutta i movimenti migratori degli adulti e del novellame dal mare alle lagune e viceversa, trattenendolo o catturandolo al momento opportuno.



Possiamo definire le valli come delle lagune chiuse dove il livello e il flusso d’acqua dolce e salata sono stabiliti dall’uomo, in base alle esigenze, questi flussi di entrata e uscita sono regolati da canali, chiaviche e idrovore.



Come si nota nei “quadri” nel loro interno le valli sono poi suddivise in settori e laghi che possono variare in profondità e salinità oltre che per destinazione d’uso: laghi per il novellame, laghi per l’ingrasso estensivo, vasche per l’ingrasso intensivo, vasche di svernamento, zone di pesca dove sono posti i lavorieri.



Famose le Valli di Comacchio per le anguille, come quelle venete e friulane ricche d’avifauna o per l’allevamento di spigole, orate e cefali.



Particolare questo “quadro” riguardante la bonifica del Mezzano e cioè di oltre tre quarti di quelle che erano un tempo le valli di Comacchio, una bonifica che tra gli anni ’30 e gli anni ’70 ha interessato circa 50.000 ettari di valle. Curioso notare i paleoalvei, le antiche strade del Po tra il IV° e VI° sec. a.c. caratterizzati nel “quadro” da strisce serpentiformi più chiare o più scure.



E per ultimo un “quadro” che anche Felice Cassetta da Adria vorrebbe nelle sue aste televisive: la vista dall’alto di una zona di ripristino nella campagna del Mezzano. Alcuni ettari di campagna riallagati per ricreare ambienti perduti per offrire cibo e rifugio e opportuni siti di nidificazione all’avifauna selvatica, un suggestivo acquerello.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per queto articolo, un grazie pieno di emozione.
"zia" franca

Nicola Donà ha detto...

Grazie a te zia Franca.