giovedì 29 novembre 2007

Due salici


In questo periodo le campagne del Delta sono nude, le terre voltate dall’aratro o pronte per le semina del frumento, sono scure. Mi piace la campagna, cambia colore a ogni stagione con colori diversi in base alle colture, un paesaggio si piatto, ma non monotono, mutevole. Certo, qualche alberatura, qualche boschetto e qualche stagno in più non ci starebbero male. Ecco che quando mi capita di vedere alberi come quelli in foto non posso fare a meno di fermarmi a guardarli, se possibile avvicinarmi, andarci sotto. Immagino l’apparato radicale, sotto terra, la dimensione pari alla chioma, le radici sono li che pompano, cerco di immaginare i vasi che portano i liquidi alle foglie, la fabbrica silenziosa, ora ingiallita, che trasforma la linfa vitale e la rimanda in ogni parte della pianta, lo ascolto, è vivo. Bellissimi questi alberi che riempiono e compongono il nostro paesaggio agrario, piccoli angoli, purtroppo, basta allargare lo sguardo per vedere invece quanto sia deturpato il più del paesaggio.


Tralicci e fili, fili e tralicci quasi ovunque. Linee elettriche e linee del telefono, un servizio per il cittadino, che paga salato, sia in termini economici che ambientali . Io non ci sto caro fornitore dei servizio, io il tuo servizio lo pago, e pure salato, e se pur un servizio essenziale questo non autorizza nessuno a deturpare in questa maniera il paesaggio. I tuoi fili che mi portano il tuo servizio, che io pago, li devi mettere sottoterra!!!

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