domenica 4 novembre 2007

Il mito di Garibaldi.


Inaugurata oggi 3 novembre ad Adria la “mostra sull’iconografia garibaldina” frutto della collezione privata di Alessandro Ceccotto che segue un percorso di celebrazioni del bicentenario (1807 – 2007) della nascita del cosiddetto Gg: Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi.
Straordinaria, niente da invidiare ai “Balkani” del Museo Archeologico (questo lo dico perché “Balkani” rientra di più nelle parole chiave dei motori di ricerca del web, così ho più possibilità che qualcuno arrivi nel blog, legga e venga a vedere la mostra). La mostra si sviluppa in varie sezioni a partire “da Nizza alla Repubblica Romana del 1849” prosegue negli anni con "1859 la seconda guerra di indipendenza”, “ 1860 la spedizione dei Mille”, “1862 Garibaldi fu ferito…” e “il suo cavallo bianco”. Termina con “ i suoi ultimi vent’anni”, “la sua famiglia” e un’intera sala dedicata “all’immagine sfruttata”, dalle figurine, ai fumetti, cinema, tabacco,carte da gioco liquori, nei cioccolatini e nei cewingum, T shirt, dischi, e molto altro ancora, il tutto raccolto in un catalogo, pezzo per pezzo( 242 se non sbaglio) con tantissime altre notizie su Gg.
Il tutto in via Felice Cavallotti ad Adria presso la Fondazione Franceschetti Di Cola dal 3 novembre al 30 novembre 2007 aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.30,entrata libera, da vedere è una chicca. Alessandro sostiene che la mostra, ripeto molto bella, è composta sola da un decimo del materiale “Garibaldino” della sua collezione privata.

Gg è nato il 4 luglio, come me, alla sua morte voleva essere cremato, anch’io lo voglio e nel mio testamento copio e incollo quanto lasciò Gg.

Tratto da wikipedia l’enciclopedia libera:

... ... L'ateo Garibaldi, nel testamento, inserì anche dei passaggi per sventare eventuali tentativi di (presunta) conversione alla religione cattolica negli ultimi attimi della vita:

« Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo, e della confusione che sovente vi succede, s'inoltra, e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga coll'impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico: in conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d'un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell'Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada »

Per la cronaca e per il rispetto dei defunti, l'eroe dei due mondi finì imbalsamato ...

Baci Nic.

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